Rosatellum 2.0 con il 'trucco'. Ecco i partiti che verranno premiati e perché
Rosatellum 2.0, come funziona il 'trucco' nella nuova legge elettorale
Salvo improbabili colpi di scena il prossimo anno andremo alle urne con il Rosatellum 2.0 visto che in Senato, come ha scritto Affaritaliani.it, i verdiniani di Ala voteranno la fiducia e, se servisse, sarebbe comunque pronto anche il sostegno di una ventina di parlamentari di Forza Italia (leggi qui). La nuova legge elettorale contiene una clausola che pochissimi hanno notato ma che potrebbe premiare soprattutto il Centrodestra e in parte il Partito Democratico penalizzando ulteriormente il Movimento 5 Stelle e la sinistra di Articolo 1 (ecco perché grillini e bersaniani gridano allo scandalo).
Come noto le liste che superano il 3% nella parte proporzionale ottengono seggi in Parlamento. Ma attenzione, perché c'è un bonus derivante dalle liste o dai partiti che si presentano in coalizione e che raggiungono l'1% ma che rimangono sotto quota 3%. In sostanza i voti di chi si fermerà tra l'1 e il 3% verranno redistribuiti nell'assegnazione dei seggi (a livello nazionale per la Camera e regionale per il Senato) in maniera proporzionale tra gli altri partiti o liste della coalizione che hanno raggiunto almeno il 3%. Si tratta quindi di un ulteriore correttivo maggioritario implicito, oltre quello dei collegi uninominali, che favorirà le coalizioni penalizzando chi non fa alleanze (il M5S) e/o le formazioni più piccole (Articolo 1 - Sinistra Italiana).
Facciamo un esempio. Nel Centrodestra è probabile che i sovranisti di Alemanno e Storace corrano con il proprio simbolo ma alleati al Centrodestra. Il 3%, vista la concorrenza di Lega e Fratelli d'Italia, è difficilissimo da ottenere ma basterà raggiungere l'1% e quei voti verranno ripartiti in modo proporzionale, premiando quindi soprattutto Carroccio e Forza Italia, nella ripartizione dei seggi. Lo stesso discorso vale per il Movimento Animalista di Michela Vittoria Brambilla, che nei sondaggi si colloca tra l'1 e l'1,5%, così come per l'Udc di Lorenzo Cesa o per altre possibili liste che potrebbero nascere nel Centrodestra (da Stefano Parisi a Raffaele Fitto, da Flavio Tosi a Gaetano Quagliariello). L'unico accorgimento è quello di arrivare almeno all'1%, pena l'inutilità totale di quei voti. E' evidente che poi per i leader di questi movimenti, che implicitamente aiutano la coalizione ad avere più senatori e deputati, sarà pronto un collegio sicuro e blindato nell'uninominale come sorta di riconoscimento.
Il Pd può fare lo stesso gioco ad esempio con Campo Progressista che difficilmente senza Articolo 1 e Sinistra Italiana raggiungerà il 3% ma facilmente supererà l'1. Per Giuliano Pisapia e per i suoi uomini, quindi, ci sarà qualche seggio sicuro nelle regioni rosse e la percentuale che CP raccoglierà nel proporzionale andrà ad aiutare il Pd in termini di seggi. Più difficile che Forza Europa e i Verdi (ipoteticamente alleati di Renzi) possano arrivare all'1%. Questo discorso non vale per il Movimento 5 Stelle che corre da solo alle elezioni, così come per il cartello della sinistra bersaniana che già dovrà lottare per arrivare al 3%.