Politica

Governo, Salvini che fa? Ecco la risposta (quello che non leggi altrove)

Di Alberto Maggi

"Lega dentro per tenerli d'occhio". L'euroscettico Claudio Borghi esclude l'uscita dall'esecutivo

"Più ci vogliono cacciare più è giusto che stiamo dentro per tenerli d'occhio, altrimenti chissà che disastri combinano". Con queste parole il leghista Claudio Borghi, capofila degli ex euroscettici, risponde alla domanda di Affaritaliani.it se esistano ancora le condizioni per il Carroccio per restare nell'esecutivo guidato da Mario Draghi. Fonti qualificate della Lega sottolineano come "non esista nemmeno" l'ipotesi di uno strappo da parte di Matteo Salvini. La strategia è proprio quella di restare dentro per contare davvero, il motivo che ha separato le strade con Giorgia Meloni. "Inutile urlare dall'opposizione, noi ci mettiamo la faccia per provare a cambiare le cose", spiega un senatore leghista. Strategia confermata dalle parole di oggi dello stesso Salvini: "Draghi è l'uomo giusto al posto giusto. Dobbiamo ricostruire un Paese che esce da un grande dramma come il Covid, paragonabile alle guerre mondiali".

Ed è qui che il dualismo, che a volte diventa un problema ma a volte è anche una risorsa, tra Salvini e il ministro Giancarlo Giorgetti trova piena attuazione. Un'azione politica fatta di stop and go. Di fiducia nel presidente del Consiglio e di petizioni online contro il coprifuoco ma senza accodarsi a Fratelli d'Italia. Una strategia che sembra, tra l'altro, piacere all'elettorale leghista. "Chi vota Salvini vuole stare nel governo, ma proprio nel modo in cui il segretario lo sta facendo. Con una funzione di stimolo, critica e pungolo dall'interno", spiega ad Affaritaliani.it il sondaggista Alessandro Amadori. "Ecco perché, correttamente, Salvini resta con un piede dentro e con uno fuori. Dopo l'addio al governo del 2019, l'elettorato leghista sente il bisogno di contare perché chi sta fuori è irrilevante. Stare nel governo per incidere, cambiare i provvedimenti e non soltanto per approvare ciò che viene deciso dai ministri tecnici che fanno capo a Draghi e quindi al Presidente Sergio Mattarella", conclude Amadori.

Nell'ultima riunione della segreteria politica del Carroccio - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - è stata proprio decisa questa linea chiara, chirurgica, precisa: i ministri, Giorgetti in testa, e i Governatori, in particolare Massimiliano Fedriga nelle vesti di presidente della Conferenza delle regioni, mostrano il lato rigoroso e governativo, fedele e dialogante. Salvini, pur senza mai attaccare il premier Draghi, svolge costantemente e continuamente la funzione di pungolo dell'esecutivo e della maggioranza. Con una presenza assidua e instancabile, aiutato in questo lavoro anche dai due capigruppo in Parlamento, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Lega di lotta e di governo, Umberto Bossi sarà contento...