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Spifferi da Palazzo: nuovo ruolo per Santanché - Consulta, il voto salta ancora

Le indiscrezioni de "La Talpa" su quello che si dice nei palazzi della politica a Roma, e non solo

di LA TALPA

Il futuro di Daniela Santanché

Nei corridoi di Palazzo Madama, non si fa che parlare del pranzo fra Daniela Santanché e Ignazio La Russa. Pranzo che sembra sia stato organizzato su mandato di Giorgia Meloni, perché il presidente del Senato convincesse la ministra del Turismo a fare un passo indietro.

Ormai, Santanché è diventata una spina nel fianco della premier, infastidita perché costretta a perdere tempo con questa storia, a leggere rassegne stampa che parlano solo di “dimissioni si”, “dimissioni no”, e preoccupata per il danno d’immagine che sta subendo. La Meloni pretende un gesto di responsabilità. Ma la ministra non ci pensa nemmeno, restando abbarbicata al suo posto e impegnata a mandare alla stampa foto mentre lavora in ufficio.

L’unico modo per sbloccare l’impasse è capire come risarcire eventualmente la Santanché. Di questo si è parlato a palazzo Chigi in un incontro fra la Presidente del Consiglio e i capigruppo di Fdi, Bignami e Malan, chiamati insieme per non destare sospetti. Sul tavolo c’è il possibile scambio fra Santanché e Malan, con la ministra che diventerebbe presidente dei senatori di Fratelli, non perdendo visibilità, potere e dotazione segreteria. Fuori dal paniere dei parlamentari, la premier avrebbe un’altra carta segreta, la presidente di Enit, Alessandra Priante.

Consulta, il voto slitta ancora

Chi si aspettava domani la fumata bianca per l’elezione dei quattro nuovi giudici della Corte Costituzionale rimarrà deluso. Non habemus Papam. Non solo non ci sarà fumata nera, la seduta è stata addirittura sconvocata. 

L’ostacolo più grande di una matassa che sembra davvero difficile sbrogliare, è rappresentato dal nome che dovrebbe mettere d’accordo opposizione e maggioranza: il famoso nome "neutro". Dal vertice a palazzo Chigi, fra Meloni, Tajani e Salvini, Forza Italia ha fatto saltare in un batter d’occhio i nomi di tutti e tre i candidati che sembravano in lizza per la Consulta.

I già traballanti senatori Pierantonio Zanettin e Francesco Paolo Sisto, sono definitivamente fuori gioco. Ma anche il terzo incomodo, il professor Andrea Di Porto, consulente da anni di Fininvest, suggerito dalla famiglia Berlusconi, ha raggiunto i primi due nel novero degli esclusi. Adesso i possibili candidati sarebbero altri due: l’ex parlamentare Roberto Cassinelli e il professor Claudio Panzera.

Spunta sul tavolo anche il nome di una donna in quota Lega, che però non era calcolata nel Cencelli della Consulta, la professoressa Ferroni. Gli unici nomi su cui non ci sarebbero dubbi sono quelli Francesco Saverio Marini e Massimo Luciani

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