Politica

Guerra in Ucraina, Lavrov "Siamo pronti al dialogo"

Il ministro degli esteri russo ha affermato che l'Occidente è vittima della frenesia

Guerra Ucraina, Lavrov "Occidentali presi dall'isteria"

Dopo la notizia della lettera intimidatoria, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato: "Siamo pronti al dialogo". "Sono sicuro che l'isteria diminuirà e che l'Occidente supererà la sua frenesia", ha aggiunto secondo l'agenzia di stampa Interfax. C'è attesa per il secondo round di negoziati tra Kiev e Mosca in Bielorussia.

La guerra in Ucraina sta diventando sempre di più un conflitto mondiale. Ormai i rapporti diplomatici sono saltati ed è emblematico quello che è successo ieri nel parlamento italiano. Il ministro degli esteri russi Lavrov, infatti, ha fatto recapitare a tutti i deputati della commissione Difesa una lettera intimidatoria dal tono e contenuto inequivocabili. "Cittadini e strutture europee saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza delle armi inviate a Kiev". La maschera "pacifista" dell'Europa è caduta, ora che Bruxelles ha armato Kiev contro Mosca: a rischio c'è l'integrità territoriale della Russia.

"Le azioni dell'Unione europea - scrive Lavrov - non resteranno senza risposta. La Russia continuerà a perseguire i suoi interessi nazionali a prescindere dalle sanzioni e dalla loro minaccia. I cittadini e le strutture della Ue coinvolti nella fornitura di armi letali e di carburante e lubrificanti alle Forze Armate Ucraine saranno ritenuti responsabili di qualsiasi conseguenza di tali azioni nel contesto dell'operazione speciale militare in corso".

In merito all'intimidazione si è esposto Lorenzo Guerini, ministro della Difesa "Il responsabile dell'escalation è Putin e chi sta collaborando a un'aggressione inaudita. La dichiarazione del ministro Lavrov è rimbalzata su tutti siti. La modalità con cui è stata con lui trasmesso al Parlamento italiano dà il senso dell'arroganza del regime russo. Siamo di fronte a una situazione che rischia di essere esplosiva. Non solo è lecito, ma doveroso l'aiuto e il sostegno all'Ucraina, anche attraverso mobili militari: stiamo collaborando alla difesa di un popolo aggredito in spregio alla carta costitutiva dell'Onu" 

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