Politica
Separazione delle carriere, Nordio: "Non è rivalsa, ma riequilibrio dei poteri"
Il ministro della Giustizia: materia delicata, giusto sottoporla a un referendum. La dura replica dei magistrati
Separazione delle carriere, Nordio cita la Costituzione. Scontro con i magistrati
Alla Camera è arrivato il primo sì alla separazione delle carriere dei magistrati, una svolta storica visto che questo tentativo di riforma della Giustizia andava in scena da 17 anni ma sempre senza esito. Il ministro Carlo Nordio è riuscito dove tanti altri hanno fallito e ora rivendica questo successo. "Se questa riforma toglie garanzie ai cittadini? No, ce ne saranno di più. L’indipendenza della magistratura - dice Nordio a Il Corriere della Sera - è nella Costituzione. I magistrati finora erano indipendenti dalla politica, ma non da sé stessi e dalle correnti della magistratura. Ho voluto recidere questo vincolo. Un'eventuale modifica, che io non auspico, dovrebbe essere sottoposta alla stessa revisione costituzionale. E un’altra maggioranza potrebbe evitarlo, ma anche retrocedere allo stato attuale. Giusto poi sottoporre questa delicata materia a un referendum".
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Nordio risponde anche alle polemiche sollevate dai magistrati che fanno riferimento alla Costituzione, il ministro cita proprio la Carta: "All’articolo 138 prevede la possibilità di essere modificata. Il pm - prosegue Nordio spiegando il provvedimento - è già un superpoliziotto. Dirige le indagini e talvolta ne crea per clonazione: trattenendo una parte del fascicolo inviato al gip e aprendone un altro. In numerosissimi casi si sono inventate indagini lunghe e costosissime senza alcun controllo. La separazione allontana l’inquisitore dal giudice imparziale".
Il ministro Nordio spiega che con questa legge i cittadini saranno più garantiti. "Non si tratta di rivalsa, ma di riequilibrio dei poteri. Ho visto molte interferenze con pesanti giudizi politici. Non dell’Anm (che ha diritto di dire ciò che vuole), ma di magistrati che poi pronunciano sentenze. Un magistrato che dice che il presidente del Consiglio è pericoloso non può essere giudicato da persone che lui ha eletto, e gli sono vincolate da debiti correntizi, ma da un’Alta corte indipendente".
Arriva la risposta proprio del diretto interessato. Il sostituto procuratore della Cassazione Marco Patarnello, che era finito al centro delle polemiche per la mail in cui criticava le politiche del governo Meloni. "Questa riforma - dice Patarnello a Il Corriere - crea una figura di pm con un Csm tutto suo, così separata, autoreferenziale e giganteggiante da rivelarsi pericolosa peri cittadini. Non potrà che aprire la strada alla sottoposizione di questo organo al ministro della Giustizia".