Politica

Sindaco di Bergamo, il 13/01 l’annuncio del candidato per il Cdx

di Luca Ronchi

Ci siamo, dopo trattative estenuanti su più tavoli, il 13 gennaio anche il Cdx dovrebbe scendere in campo per la corsa alla poltrona del sindaco di Bergamo

Sindaco di Bergamo, il 13/01 l’annuncio del candidato per il Cdx. Il Terzo Polo attende 

Ci siamo, dopo trattative estenuanti su più tavoli (comuni sotto e sopra i 15.000 abitanti, nomine sanitarie), il 13 gennaio anche il cdx dovrebbe scendere in campo per la corsa alla poltrona del sindaco di Bergamo, annunciando il nome del candidato sindaco.  Ad attendere l’investitura c’è da mesi quel civico e avvocato bergamasco con un passato da assessore nelle file di FI, Andrea Pezzotta. Tutto bene? Niente affatto. 

Questo Risiko durato poco meno di un Grande Fratello Vip, ha mandato lasciato letteralmente basiti gli elettori e dirigenti di FI che da mesi aveva messo sul tavolo un poker di nomi molto validi, mai presi però seriamente in considerazione da FdI e dalla Lega che fin da subito hanno giocato a carte coperte, per spartirsi le varie poltrone comunali delle varie città che a giugno dovranno rinnovare le giunte.

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Un tira e molla che tutt’ora continua perchè più di qualcuno sente aria di sconfitta contro la forte candidata del csx Elena Carnevali e non vuole intestarsi fino in fondo il nome del candidato. Fd’I insiste nel ricordare il passato di Pezzotta come assessore di FI, un civico centrista che potrebbe attrarre gli elettori del terzo polo che a Bergamo, nelle scorse politiche hanno preso un clamoroso 16%. La Lega si è defilata da tempo per concentrarsi su altri paesi a partire dalla vicinissima Seriate, ma se all’inizio sembrava potesse avere strada libera ecco che Fd’I si è inserita nella corsa con un tira e molla snervante degno da primissima repubblica con i cittadini sempre più increduli e basiti. 

Insomma, un teatrino che al di là dell’ottimismo di facciata dei vari coordinatori regionali, a livello locale, nessuno vuole bruciarsi intestandosi il  nome di Pezzotta che da solo non ha certo l’appeal e l’esperienza di un politico navigato. La sensazione che nel cdx sarà una campagna elettorale molto social, con luce soffuse, pochi gazebi e mezzi vuoti in cui nessuno vuole metterci la faccia. 

FdI, ha portato avanti una trattativa su più tavoli quasi arrogante, facendo sentire il peso elettorale, ma dimenticando che senza i voti dei cittadini e con una FI non intenzionata a fare da portatori di secchi bucati al loro mulino, ne vedremo delle belle.

E in tutto questo, il terzo polo guidato dal presidente provinciale Gianmarco Gabrieli, attende l’ufficialità del nome, ricordando a dx e sx che “Le nostre valutazioni si fondano sui programmi. Abbiamo efficacemente rappresentato a Bergamo un elettorato di centro, moderato, progressista e liberale, ottenendo oltre il 16% nelle elezioni politiche. Questo elettorato è più interessato alla concretezza delle proposte politiche piuttosto che all'identità del candidato. Mentre per la destra e la sinistra è essenziale identificare il candidato, per noi è fondamentale trovare soluzioni efficaci”.

La fortuna di Forza Italia è stata il fallimento del terzo polo a livello nazionale, ma il peso dei centristi nei comuni è ancora notevole e in cerca di un tetto politico. Centristi forzisti che vorrebbero una scossa nel partito di Tajani, spesso succube di una destra-centro che in vista delle europee sta vedendo una Lega in corsia di sorpasso alla destra di Meloni e quest’ultima intenzionata a prendersi quella fetta di moderati in cerca dell’identità perduta. Molti elettori di FI sono sulla riva del fiume in attesa di un colpo di reni che difficilmente potrà arrivare da Tajani, ma da qui a giugno si attendono novità e movimenti tellurici in stato embrionale.

Il centro liberale, europeista, moderato, popolare non può scomparire, è vivo e vegeto in questo paese, ma servono rappresentanti che non si accontentino del 6% periodico. La scomparsa di Berlusconi doveva coincidere con la fine (l'ennesima) di FI, ma non solo ha retto l’urto, ma molti elettori, forse non più disposti a farsi incantare dal vecchio Silvio, erano tornati alla base in quel partito che ancora difende i valori liberali, europeisti, popolari e cristiani. Però ora servono risposte concrete, fatti, difesa di valori che spesso non coincidono con la politica di questo governo, non pigia bottoni per salvare una rendita di posizione. Come dice il detto, tra la copia (spesso sbiadita) e un originale (se pur bruttina), per alcuni elettori meglio l’originale destra-destra di Meloni e Salvini.