Politica

Ue, decolla l'asse Conservatori-Ppe. Weber scalza Ursula grazie a Meloni

Di Alberto Maggi

Il dietro le quinte della rivoluzione nelle istituzioni europee

Da quel momento i rapporti tra conservatori e popolari hanno iniziato a farsi più frequenti, come dimostrano le votazioni a Strasburgo, e le intenzioni di Weber più esplicite. Fino all'ufficializzazione dell'obiettivo fatta da Nicola Procaccini, al suo debutto come co-presidente dell'ECR, affermando di puntare "a una visione, a un progetto che difenda i valori fondativi dell'Ue e che contrasti il progetto di un super-Stato europeo, che è il progetto della sinistra" ed essendo dunque "aperti all'alleanza con chiunque condivida questa posizione, anche e non solo con il Ppe".

Un obiettivo impensabile fino a poco tempo fa ma che oggi è reso possibile dal mutamento delle dinamiche politiche del continente, come aveva spiegato a inizio anno un altro meloniano, l'eurodeputato Vincenzo Sofo, in un'intervista a Il Foglio affermando che è "arrivato il momento di una grande agenda conservatrice con il Ppe. Dove noi di Ecr puntiamo a non essere i soci di minoranza, anzi. Dati alla mano, siamo l’unica famiglia veramente in crescita in vista delle prossime elezioni europee. E tra un anno saremo decisivi anche numericamente". 

E in effetti oggi i conservatori europei possono contare su partiti al governo in Italia, Polonia, Repubblica Ceca e Svezia, oltre a essere freschi dell'adesione del partito di destra finlandese arrivato a sorpresa secondo alle recenti elezioni. Un'alleanza con i conservatori è dunque imprescindibile al Ppe per staccarsi dalla morsa della sinistra, obiettivo che sembra voler raggiungere proprio Weber, magari con l'ambizione di scalzare dalla poltrona di Presidente della Commissione europea la sua connazionale Ursula Von Der Leyen che quattro anni fa gli scippò la presidenza grazie alla cosiddetta "maggioranza Ursula" con i popolari e la sinistra.