Politica
Vaccino obbligatorio, non ha senso se si raggiunge l'80% di immunizzati

Draghi, nella conferenza stampa di ieri, ha valutato l'obbligo vaccinale. Però, ha anche annunciato l'80% di immunizzati entro settembre. Dunque, che senso ha?
In conferenza stampa, Draghi ha annunciato che a fine settembre si raggiungerà la soglia di circa l’80% della popolazione vaccinata con entrambe le dosi (dai 12 anni in su). La famosa immunità di gregge tanto sperata per tornare alla normalità. Ma allo stesso tempo, pur raggiungendo la soglia dell’80%, il Presidente del Consiglio ha detto anche che il governo nelle prossime settimane estenderà il campo di applicazione del green pass e valuterà l’obbligo vaccinale. Ma se si raggiunge la soglia dell’80% di persone vaccinate, a che serve l’estensione del green pass che di fatto discrimina i “non vaccinati” pur in presenza dell’immunità di gregge? E a che servirebbe l'obbligo vaccinale se oltre l'80% della popolazione avrà completato il ciclo vaccinale prima dell'inverno? Nessun giornalista in conferenza stampa ha rivolto al Presidente del consiglio queste domande. Se Draghi dicesse che la terra è piatta sarebbe considerata una cosa ovvia, come quella dei vaccinati che non sono contagiosi.
Fatto sta che il green pass sta creando le prime discriminazioni. Presidi di istituti scolastici che respingono docenti privi della carta verde (facendoli allontanare addirittura con l'intervento dei carabinieri) e dunque sospesi dal lavoro senza retribuzione almeno fino al 31 dicembre se prima non si dotano del green pass. Ma la Repubblica non era fondata sul lavoro, come dice l'articolo 1 della Costituzione? Può essere solo un caso che i Costituenti misero il diritto al lavoro agli articoli 1 e 4 mentre la salute solo all'art. 32? Tra qualche giorno, i medesimi eventi accaduti agli insegnanti delle scuole di primo e secondo grado accadranno anche nelle Università. Eppure, la Corte di Cassazione (sezione civile), con propria ordinanza sez. 6 num. 23524 del 27 agosto 2021 ha disposto che il dirigente scolastico non abbia il potere di sospendere i docenti. Insomma, no ai presidi-sceriffo, la decisione spetta alle sezioni disciplinari che ovviamente devono tenere conto delle difese dei docenti, caso per caso. Il governo ha fatto “spallucce” e va avanti per la propria strada. Palla in tribuna e problema rinviato, tanto lo stato di diritto non conta più nulla.
Nel frattempo, in fase di conversione del decreto-legge n. 105/2021 che introduce l’obbligatorietà del green pass per lo svolgimento di alcune attività, la Lega aveva presentato in Commissione Affari sociali della Camera un emendamento che revocasse in toto l’obbligo del certificato verde. Emendamento votato dal Carroccio, Fratelli d’Italia ed ex M5S, ma respinto da tutti gli altri, quindi nulla di fatto. Primo firmatario dell’emendamento è stato il deputato leghista Claudio Borghi, che da sempre porta avanti la battaglia contro la obbligatorietà del green pass. Il segretario del Pd Enrico Letta ha presto chiesto un chiarimento politico, arrivando a pretendere che la Lega esca dalla maggioranza, mentre Salvini ha rilanciato la proposta dei tamponi salivari.
La proposta di Salvini è giusta e può funzionare, se non fosse che in Commissione alla Camera è stato approvato un emendamento che prevede il rilascio del green pass anche a seguito di "effettuazione di test antigenico rapido o molecolare, quest'ultimo anche su campione salivare e nel rispetto dei criteri stabiliti con circolare del Ministero della salute, con esito negativo al virus SARS-CoV-2.” Dunque, test salivari sì, ma solo se molecolari. Una fregatura. Il cittadino che dunque non vorrà fare il tampone nasale ma quello salivare, certamente più semplice e meno invasivo, dovrà aspettare 24 ore prima di avere il risultato. Una pazzia. Un conto sarebbero stati i tamponi salivari idonei al rilascio del green pass con risultati in 10-15 minuti, un conto sono quelli molecolari per cui occorrono circa 24 ore per il risultato. Non ha senso.