Sport

Non solo Sinner, da Arnaldi-Musetti a... Com'è nato l'Ital-tennis che conquista il mondo

di redazione sport

Jannik Sinner faro del tennis italiano, ma dietro c'è una generazione di talenti capitanata da Musetti ed Arnaldi. Con Berrettini pronto a tornare

Jannik Sinner e la generazione d'oro del tennis italiano

Generazione di fenomeni, o quantomeno di ottimi giocatori: il tennis italiano si coccola "Re" Jannik Sinner, ma può festeggiare un intero movimento che sta crescendo a livello qualitativo e quantitativo. L'Australian Open 2024 e la Coppa Davis colorata d'azzurro dopo 47 anni di astinenza sono la copertina di un romanzo che vede protagonisti i tanti giocatori del nostro Paese nella top-100 mondiale: ben sette e questo è il termometro migliore per raccontare lo stato di salute di questa disciplina in Italia.

Jannik Sinner, ma anche Musetti-Arnaldi e... 7 italiani nei top-100 al mondo

Dietro a Sinner, numero 3 del ranking Atp, ecco il classe 2002 Lorenzo Musetti (24°, braccio d'oro e talento che deve trovare continuità, ma ricordate quando sconfisse Carlos Alcaraz in finale all'Atp 500 di Amburgo nel luglio 2022?), Matteo Arnaldi (38° e caccia della migliore classica in carriera con la sua cavalcata nell'Atp 1000 in corso a Miami), Lorenzo Sonego (53), Flavio Cobolli (63), Luciano Darderi (75) e Luca Nardi (96).

Matteo Arnaldi tennis atp miamiMatteo Arnaldi (foto Lapresse)
 

Con una speciale e doverosa citazione per l'eterno talento di Fabio Fognini che a quasi 37 anni ancora è lì a deliziare i tifosi con le sue giocate di classe pura (e resta vicino ai primi 100: è attualmente 103). E poi: ecco l'esperto Andrea Vavassori in top-150, un paio di giovani interessanti in rampa di lancio (Giulio Zeppieri e Matteo Gigante), oltre a un Matteo Berrettini che ha tanta voglia di tornare ai suoi livelli.

Il 28enne campione romano merita un discorso a parte. Ha sofferto per i tanti infortuni patiti nelle ultime stagioni, ma gli è bastato riprendere la racchetta in mano dopo 7 mesi e mezzo di assenza dal circuito per conquistare prima la finale all'Atp 125 di Phoenix e portare poi al terzo set a Miami una vecchia volpe del circuito quale resta il 36enne Andy Murray (l'ex Fab Four in scia a Nadal-Djokovic-Federer), pur in una giornata in cui ha accusato un piccolo malore ("Non stavo bene già prima", ha detto nel post partita).

IPA IPA25115460 prMatteo Berrettini con la Coppa del Queen's vinta due volte

 

Italiani popolo di tennisti dietro a re Sinner (ma anche le azzurre regalano lampi di luce) - Il felice ricambio generazionale

E qui arriviamo alla domanda: come mai, dopo anni di luci e ombre (più ombre che luci) ci siamo scoperti un popolo di tennisti? Mille le ragioni. Intanto ci vuole anche un pizzico di fortuna. Come in tutti gli sport ci sono ricambi generazionali più o meno felici. E quest'ultimo è stato semplicemente... felicissimo a livello maschile, mentre le donne dopo tanti anni pieni di soddisfazioni (da Francesca Schiavone a Sara Errani, passando per Roberta Vinci e Flavia Pennetta per fare qualche nome) ora fanno un pochino più fatica.

Jasmine PaoliniJasmine Paolini, il trionfo al Dubai Open (foto Lapresse)
 

Anche se va sottolineato che solo pochi mesi fa le ragazze azzurre (guidate dal duo Paolini-Trevisan con Lucia Bronzetti, Elisabetta Cocciaretto, Lucrezia Stefanini) hanno conquistato la finale di Billie Jean King Cup (la 'Davis' in rosa) e Jasmine Paolini a fine febbraio ha conquistato il Wta 1000 di Dubai raggiungendo il suo best ranking al numero 14 delle classifiche mondiali. Senza dimenticare Camila Giorgi che si prese il Wta 1000 del Canada nel 2021 e Martina Trevisan semifinalista al Roland Garros 2022.

Italiani popolo di tennisti dietro a re Sinner - Il lavoro della Federazione

Ma torniamo all'Ital-Sinner e al 'fenomeno tennis azzurro' che fa sognare i tifosi italiani. Va certamente reso merito a Federazione e ai tanti circoli di tennis sparsi per il Paese: se oggi raccogliamo i frutti di queste esplosioni sportive, ci lustriamo per i nostri giovani talenti capaci di vincere in ogni angolo del globo, è evidente che la semina parte da lontano, diversi anni fa da un serio lavoro dirigenziale e dalla passione dei maestri di tennis che operano nel nostro Paese.

Fognini, Berrettini e Sinner, così il 'fenomeno tennis' sfonda in Italia

The last, but not the least. Certamente l'esplosione e le imprese dei grandi tennisti azzurri hanno fatto bene all'intero movimento. Vittoria porta vittoria, Entusiasmo genera entusiamo. Potremmo definirlo, un effetto Valentino Rossi-Max Biaggi-Loris Capirossi o Alberto Tomba se torniamo indietro nel tempo e ci spostiamo dalla pista del motomondiale a quella della Coppa del Mondo di Sci.

Il buon esempio che parte da Fabio Fognini che nel 2019 vinse il torneo Atp di Montecarlo (battendo Rafa Nadal in semifinale sulla terra battuta), passando per Matteo Berrettini capace di andare in finale a Wimbledon (con semifinali all'Australian e allo Us Open), trionfare due volte sull'erba del Queen's e salire sino al numero 6 Atp. Delle imprese di Jannik Sinner è quasi inutile parlare, perchè hanno fatto il giro del pianeta.

fabio fognini 2
 

Pur non essendo uno uno sport non di squadra (Davis a parte), certamente avere delle stelle che vincono non può che far bene ai giovani che crescono: successi che infondono fiducia e creano l'effetto imitazione. Senza dimenticare che alcuni di questi ragazzi poi hanno avuto e hanno la fortuna di allenarsi con questi campioni, studiandoli da vicino e imparando da loro.

Ricordiamo ed esempio le parole del giovane Luca Nardi una decina di giorni fa dopo aver battuto Novak Djokovic a Indian Wells. "Di sicuro, come tutti i giocatori italiani, guardo a Jannik per quello che fa. Ho avuto la possibilità di allenarmi con lui molte volte. Cerco sempre di imparare da lui, perché è un ragazzo molto gentile, un gran lavoratore, ed è molto bello quello che sta facendo per l'Italia, per il nostro Paese, per il tennis in Italia, perché ora il tennis sta diventando anche più popolare. Spero di poterlo raggiungere. Non con i suoi risultati, ma non si sa mai"

Insomma, Jannik indica la via e il suo 'popolo' tennistico è pronto a seguirlo.