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Ucraina, i calcoli di Putin: bugie e menzogne da... statista
Ucraina, Putin si è comportato da statista che si occupa di politica internazionale, mentre i suoi avversari sembrano...
Ucraina, l'invasione della Russia e i calcoli di Putin
Nella vicenda dell'Ucraìna è interessante lo studio della mentalità di Vladìmir Putin, certamente un uomo razionale. Talmente razionale e intelligente da riuscire a capire la mentalità degli uomini irrazionali e stupidi. Infatti ha benissimo capito che cosa poteva fare e che cosa non poteva fare e come avrebbero reagito gli occidentali. Tutto ciò che ha detto, anche contraddicendosi platealmente, anche falsificando la storia e la realtà, è stato lucidamente inteso a menare per il naso gli occidentali. E c’è pienamente riuscito.
La Russia è piena di rancore nei confronti del mondo a causa della sua caduta d’immagine in seguito all’implosione dell’U.R.S.S. Sostanzialmente crede che l’Unione non sia crollata per la sua intrinseca debolezza ma per un complotto internazionale o qualcosa di simile. Un’operazione proseguita – nel momento della debolezza della Russia – con la rapina di gran parte del suo territorio. I russi insomma non si sono accorti che i Paesi sottomessi sono fuggiti come se gli fosse stata aperta la porta del carcere. Tutti i Paesi confinanti o li odiano, o li temono, o li temono e li odiano.
Putin, per quanto riguarda il suo fronte interno, ha capito che qualunque discorso, per quanto fantasioso e in contrasto con la storia, avrebbe trovato benevolo ascolto se avesse fatto leva sull’emotività di una nazione frustrata. E non si è sbagliato. Così, quando è stato sicuro del sostegno della maggioranza della popolazione, è stato anche certo che la Duma l’avrebbe autorizzato ad usare l’esercito fuori dai confini della Russia. E così è stato.
Poi è passato ad esaminare il fronte esterno. I Paesi occidentali sono evidentemente ingenui, pacifici e antimilitaristi: in una parola sciocchi e vili. L’Occidente sembra ignorare che le condanne morali non fanno buchi nelle corazze dei carri armati e crede ingenuamente che le parole creino i fatti. Puntando su queste caratteristiche Putin non ha tenuto conto del coro delle stucchevoli condanne verbali ed è passato all’azione.
Per dimostrare quanto valiamo, basterà pensare che l’autocrate sovietico, pardon, russo, si è persino permesso di mentire sfacciatamente: “Le truppe sovietiche si stanno ritirando”, “Noi non contiamo di invadere l'Ucraìna”, e cento altre dichiarazioni contraddette il giorno dopo. Lui ci ha presi costantemente in giro e molti lo hanno preso costantemente sul serio. Putin ha irriso un intero areopago di Capi di Stato, dimostrando che hanno una mentalità da boy scout. Non solo: i nostri giornalisti, i nostri intellettuali, i nostri politici sono stati tanto intimiditi che non hanno nemmeno osato rinfacciargli le sue menzogne. Le sue parole sono sempre state riferite compuntamente, come fossero Vangelo, e parecchi sono stati persino pronti a trovargli le giustificazioni cui lui stesso non aveva pensato.
Tutto questo non è una critica di Putin. Vladìmir si è comportato da statista che si occupa di politica internazionale, mentre i suoi avversari sembrano ragazzi che scoprono con sorpresa la realtà degli adulti e non sanno come maneggiarla.
Putin ha anche rispolverato vecchi slogan sovietici, calunnie incredibili, esagerazioni inverosimili, insomma la classica disinformacija. Ma ha avuto ragione. Perché il popolo è talmente ottuso e ignorante, che le parole non le valuta per il loro senso ma per il loro peso, per il loro colore, per “l’effetto che fanno”, come avrebbe detto Jannacci. Nientemeno, la Russia è andata a “denazificare” l'Ucraìna, senza vedere che, se di qualcosa ci sarebbe bisogno, sarebbe di “desovietizzare” la Russia stessa. O perfino di “denazificarla”, se si pensa che essa è si è legata a Hitler col Patto Ribbentrop-Molotov che poi ha violato la Germania, non l’Unione Sovietica.
Insomma Putin è stato cinico, sfacciato, bugiardo, ha puntato tutta la posta sulla viltà occidentale ed ha vinto la mano. Applausi alla prestazione. Del resto noi siamo felici di perdere. Basti dire che, su “Affaritaliani” del 24 febbraio, leggo questo titolo: “Ucraina, il sondaggio di Affari Quasi l’80% dei lettori sostiene Putin”. Immagino sarebbero stati il 90%, se Putin avesse invaso l’Italia.
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