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Bombardieri UIL ad Affari: "Zero commesse nella P.A. a chi viola le regole"
“Servono norme più repressive e la patente a punti per le aziende”
I morti sul lavoro degli ultimi giorni hanno riacceso l'attenzione sul tema. Sembra ormai che le vittime siano un problema endemico e che sia difficile, se non impossibile, riuscire a porre un limite ad una situazione che con il passare degli anni non è mai migliorata. Affaritaliani.it sentito sull'argomento il segretario generale della UIL Piepaolo Bombardieri.
“Non se ne esce perché bisogna seguire due strada. La prima è quella dei controlli, delle verifiche e delle ispezioni. Nel corso degli ultimi 10 anni le assunzioni per le ispezioni non sono state fatte. Anzi, il personale è stato strutturalmente ridotto. Il numero dei controlli è bassissimo. Si tratta di percentuali che fanno ridere. Laddove i controlli vengono effettuati, il numero di aziende che violano le norme è altissimo, circa l'80 percento” dice al telefono Bombardieri.
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“La seconda strada da percorrere è quella della sensibilizzazione e si devono fare cose concrete sulla prevenzione. Noi continuiamo purtroppo a contare il numero di incidenti e di morti quando questi sono già accaduti. Non ci poniamo mai il problema di intervenire prima. Per fare questo è necessario aumentare la formazione, la sensibilizzazione, fino ad arrivare un giorno a parlarne nelle scuole” racconta il segretario UIL.
Le leggi nel nostro Paese ci sono ma forse non sono abbastanza repressive. “Sì, servono norme repressive. Abbiamo fatto una proposta unitaria per i cantieri edili: la patente a punti (uno strumento teso a favorire le aziende che investono in prevenzione e sicurezza; consiste in un punteggio iniziale che attesta l’idoneità a svolgere l’attività edilizia di cui le amministrazioni giudicatrici devono tener conto nell’affidamento di lavori o incarichi, ndr). Ma io su una proposta di questo tipo sono ancora più drastico. Se aziende violano la norma sulla sicurezza sul lavoro non devono ottenere commesse dalla Pubblica Amministrazione. C'è bisogno di misure radicali. E' finito il tempo del cordoglio solo nel momento in cui avviene il dramma” dice con voce ferma Bombardieri
Quindi è arrivato il momento del fare. Basta con le parole. “Esatto – aggiunge il leader UIL - le cose che si sarebbero dovute fare non sono state fatte. Non sono aumentate le ispezioni e nemmeno gli ispettori. Non ci sono sanzioni rigide. Chi viola le norme continua a partecipare alle gare pubbliche. Tutte queste cose provocano l'aumento dei morti sul lavoro. E siamo anche in un anno di pandemia. Solo l'anno scorso abbiamo contati 1.200 vittime. Un numero esageratamente drammatico”.
Intanto, la UIL ha iniziato una campagna che si chiama “Zero morti sul lavoro”. “Sì, una bella iniziativa. Sosteniamo da tempo che il tema della sicurezza sul lavoro sia un tema emergenziale. Pensiamo di sensibilizzare sul tema non solo i lavoratori. Non è un tema che riguarda solo le relazioni industriali ma riguarda tutti. Allora abbiamo pensato di prendere come simbolo la parola OK che nel tempo della guerra di Secessione significava 'Zero Killed' e abbiamo chiesto ad una serie di testimonial di sostenerci. Abbiamo trovato una grande adesione all'iniziativa fra attori, sportivi, donne e uomini dello spettacolo in generale, giornalisti. Ce ne sono tantissimi. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che di sicurezza sul lavoro se ne debba parlare sempre e ovunque. E' una questione culturale”, conclude Bombardieri.