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Il buco nell’acqua della potenza di fuoco di Conte

5. Le comiche arrivano il 7 aprile 2020, con la cosiddetta “potenza di fuoco” lanciata dal premier Conte e dall’allora Ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Dirà il Presidente del Consiglio: “Con il decreto appena approvato diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell'export. È una potenza di fuoco […]. Lo Stato offrirà una garanzia perché i prestiti avvengano in modo celere, spedito”. Ben presto si scoprirà che la garanzia dello Stato è meramente residuale, cioè attivabile solo dopo che le banche avranno avviato le procedure esecutive per il recupero del credito.

Ma non solo. Gli Istituti di credito si rifiuteranno di finanziare cittadini ed imprese in deroga alle vigenti norme creditizie che prevedono le garanzie personali per la concessione del credito. In buona sostanza lo Stato non garantisce proprio niente: se il cittadino o l’impresa non hanno i fondamentali buoni per l’accesso al credito bancario, la misura del governo resta un’utopia. Un buco nell’acqua, o se vogliamo uno specchietto per le allodole, altro che “potenza di fuoco”!  Neanche i contributi previdenziali delle piccole partite Iva sono stati pagati dallo Stato, ognuno deve provvedere a se stesso, con lo Stato assente.  

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