Cronache

Alluvione Emilia Romagna. Ricostruzione che arranca e scontro tra istituzioni

di Antonio Amorosi

Retroscena: i molti interventi non sembrano neanche sufficienti a ripristinare la situazione pre catastrofe

Terzo problema. Le casse di espansione, considerare dei veri salva vita, continuano a latitare. In Emilia non ci sono per quante ne servono, sono la metà, in Romagna invece non ci sono proprio. E l’alluvione di maggio non ha fatto scattare il fatidico colpo di reni per la realizzazione. Ad esempio i lavori per le vasche di laminazione del Sillaro e del Santerno non hanno visto significativi passi avanti. Eppure è da più di un decennio che esistono le autorizzazioni e l’individuazione dei siti. Anche il bacino del torrente Senio non se la passa meglio: in questo caso sono anche stati fatti diversi lavori importanti per la realizzazione ma il bacino non risulta collaudato. 

Il commissario Giuseppe Figliuolo ha dichiarato che per la ricostruzione saranno impegnati 1,28 miliardi per il 2023 e altri 1,6 tra il 2024 e il 2025. Intanto convoca con le Autorità e gli Enti regolatori della Regione un tavolo tecnico il prossimo 24 agosto. E’ scritto in una nota che la riunione è “finalizzata a procedere all'elaborazione di un piano degli interventi di ricostruzione, di ripristino e di riparazione che tenga conto delle necessità prospettate dagli amministratori locali e delle priorità dettate dal quadro di situazione generatosi in seguito agli eventi alluvionali dello scorso maggio”. Ma c’è da chiedersi: dopo tre mesi siamo ancora a questo?