Cronache
Torino, perquisizioni nelle case dei militanti di Casa Pound: identificati 4 degli aggressori del giornalista picchiato
Il gruppo politico di estrema destra invita Andrea Joly e Ilaria Salis alla loro festa nazionale. Offese sui social contro il reporter: "Ne ha prese troppe poche"
Perquisizioni in corso nelle abitazioni dei militanti di CasaPound: caccia a tutti gli aggressori del giornalista Andrea Joly. Quattro uomini già identificati e indagati
La Polizia di Torino sta eseguendo, dalle prime ore dell'alba, delle perquisizioni in alcune abitazioni di proprietà di militanti di CasaPound. Sono tutti individui (prima due e poi diventati quattro) che fanno parte dell'Asso di Bastoni, la sede piemontese del gruppo di estrema destra. Lo scorso sabato, avrebbero preso parte al pestaggio di Andrea Joly, il giornalista de La Stampa picchiato da circa 7 persone perché stava facendo dei video al raduno di via Cellini, nel quartiere di San Salvario a Torino. La contestazione del decreto di perquisizione, infatti, è quella di lesioni personali aggravate dai futili motivi, dal numero di persone e dall'avere agito per commettere il reato di violenza privata.
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A interessare Polizia e Digos sono gli abiti indossati dagli aggressori: trovarli e analizzarli equivarrebbe a identificarli e incastrarli. In questi giorni sono già stati identificati due dei partecipanti al pestaggio (in tutto sarebbero stati 7 contro 1). Si tratta di un 45enne e un 53enne già noti alle forze dell'ordine per la loro attività politica. Sarebbero stati anche riconosciuti dalla vittima, Andrea Joly. Stando a quanto scrive Ansa, i due sono stati denunciati per violenza privata, lesioni personali con l'aggravante del reato commesso "per agevolare l'attività di organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi" che abbiano tra i loro scopi la "discriminazione o l'odio etnico, nazionale, razziale o religioso".
Oggi, martedì 23 luglio, sono stati identificati altri due uomini. Sono un 35enne di Cuneo e un 44enne di Ivrea. Entrambi avrebbero precedenti penali a vario titolo per lesioni, violenza, danneggiamento e manifestazione non autorizzata. Fondamentali per l'identificazione i tatuaggi degli uomini e gli indumenti indossati la sera dell'aggressione. Tutte e quattro le persone identificate sono diventate indagate. L'inchiesta è affidata al pm Paolo Scafi e la via in cui si trova la sede piemontese di CasaPound è stata blindata e il covo perquisito.
CasaPound invita Andrea Joly alla festa nazionale del gruppo
"Invitiamo pubblicamente il giornalista Andrea Joly a un dibattito sulla violenza politica durante la nostra festa nazionale, Direzione Rivoluzione, dal 5 all'8 settembre a Grosseto". Lo hanno scritto ieri, lunedì 22 luglio, i membri di CasaPound Italia in una nota. In pratica, invitano nella tana del lupo il giornalista che aggredito da almeno sette militanti nel movimento neo fascista perché stava facendo dei video al raduno. "Se Joly non cerca solo visibilità ma vuole esprimere le sue opinioni sul nostro movimento, lo invitiamo a farlo direttamente con noi, presentandosi a una festa qualificandosi e senza filmare di nascosto anche i minori presenti. In questi anni, le nostre porte sono sempre state aperte per dibattiti con giornalisti noti come Mentana, Formigli e Sansonetti", proseguono i membri di Casa Pound.
L'estensione dell'invito: "Anche Ilaria Salis"
Ma non si limitano a invitare Joly: "Invitiamo anche Ilaria Salis che nessuno ha minacciato, ma che confermiamo di ritenere miserabile per agguati armati di martello contro avversari politici". Si riferiscono alle polemiche sul video promozionale della festa di Torino, a cui ha partecipato anche Joly, dove l'ex detenuta a Budapest e, ora, europarlamentare di Avs, è stata appellata in questo modo da Luca Marsella, il portavoce nazionale di Casa Pound. "Invece di distorcere la realtà e accusarci di minacce, creando un clima di scontro, dimostriamo senso di responsabilità. Noi non siamo disposti a recitare ruoli in copioni già visti. Se il confronto è inammissibile perché mette in discussione la nostra stessa esistenza, si smetta di puntare il dito verso un movimento che da vent'anni opera alla luce del sole, nel sociale, nella solidarietà e nella cultura su tutto il territorio nazionale", si legge sempre nella nota.
I massaggi di odio contro il giornalista aggredito
E se la maggior parte dei rappresentati politici denigrano la violenza e la denunciano, i cittadini dimenticano "le buone maniere". Sui social, soprattutto su X, sono iniziati a compararire una serie di post allarmanti, come: "Ne ha prese poche" o "A quelli della vostra redazione... vanno menati a prescindere". Insulti, minacce e offese spesso provenienti da profili falsi. C'è anche chi cerca di difendere gli aggressori, ovvero i militanti di Casa Pound, scrivendo cose comee chi opta per teoria complottistiche.