Cronache

Scandalo Qatar, ONG nel mirino. Emma Bonino: "Non ho mai parlato con Panzeri"

Di Lorenzo Zacchetti

La fondatrice di "No Justice Without Peace" e advisor di "Fight Impunity" sull'inchiesta-mazzette: "Non ne so nulla, spero che la magistratura faccia presto"

Emma Bonino: "Ero nell'Advisory Board di Fight Impunity, ma non si è mai riunito"

L'inchiesta sulle mazzette del Qatar a politici e associazioni europee, perchè divulgassero un'immagine positiva del Paese che sta ospitando i mondiali di calcio, si allarga dal Parlamento Europeo alle ONG, lambendo anche figure molto note sia in Italia che all'estero.

Tra queste c'è Emma Bonino, che non è indagata e che ad affaritaliani.it si dichiara completamente estranea alla vicenda della quale afferma di non conoscere nemmeno i contorni. Il suo nome è emerso in relazione a due ONG: No Justice Without Peace e Fight Impunity.

L'ex ministra è stata fondatrice di No Justice Without Peace, il cui segretario Niccolò Figà-Talamanca (anch'egli italiano) è invece indagato in quanto sarebbe stato “pagato per parlare bene del Qatar”. Proprio perché sottoposto a fermo giudiziario, però, Niccolò Figà-Talamanca non ha potuto prendere contatto con nessuno e Bonino è lapidaria nell'affermare: “Non ho niente da dire, le indagini sono in corso e io non ne so letteralmente nulla. Questo è quanto”.

Tuttavia, Bonino figura anche nell'Advisory Board di Fight Impunity, la ONG fondata da Antonio Panzeri, figura centrale di questa vicenda. Tra gli advisor dell'assocazione impegnata "contro l'impunità" nelle violazioni dei diritti umani c'era anche Federica Mogherini, già ministra degli Esteri e Alto Rappresentante dell'Ue, che ha rassegnato le dimissioni dopo lo scoppio dello scandalo.

Bonino e Mogherini erano decisamente in buona compagnia, visto che sono stati legati a Fight Impunity anche altri grossi nomi come il premio Nobel per la Pace 2018 Debis Mukwege, l’ex commissario europeo Dimitris Avramopoulos e l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve. Tuttavia, nella ridda di ricostruzioni mediatiche sul coinvolgimento nella ONG di Panzeri, restano ancora degli aspetti poco chiari, dei quali affaritaliani.it ha parlato con Emma Bonino.

E' stato riportato il fatto che lei non sapesse di far parte di Fight Impunity, lo conferma?

“No, io sapevo di far parte dell'Advisory Board, ovviamente. L'Advisory Board, come sempre, non ha nessuna responsabilità operativa e comunque non si è mai riunito, almeno che io sappia. Non so altro, spero solo che la magistratura belga faccia un buon lavoro e soprattutto che si sbrighi”.

Invece conferma di non ricordarsi di aver conosciuto Antonio Panzeri?

“No, Panzeri non me lo ricordo proprio. Poi, essendo stati colleghi al Parlamento Europeo, può darsi che ci siamo incontrati al caffè o su una tratta Roma-Milano-Bruxelles, non le so dire. Ma io con questo signore non ho mai parlato”. 

E allora chi era stato a coinvolgerla nel Board di Fight Impunity?

“Non mi ricordo chi, forse qualcuno che già faceva parte del Board stesso. Tutto via e-mail, ovviamente. Mi pare fosse il 2019, ma non ricordo davvero nulla di più”.