Cronache

Siri salva il business biometano. Arata: "Fregato il M5s". Intercettazioni

Le intercettazioni della Dia di Trapani sul caso Siri-Arata

"Così li freghiamo". E quanto disse Paolo Arata quando Armando Siri lo informò che "verranno valutate sperimentazioni sul ciclo di vita di impianti a biometano". E' un dialogo contenuto nelle intercettazioni della Dia di Trapani nell'indagine che coinvolge il sottosegretario leghista e riportate da Repubblica. Sottosegretario nel mirino del Movimento Cinque Stelle che ne chiede con forza e da giorni le dimissioni. 

E quel "li freghiamo", secondo Repubblica, sarebbe riferito ai deputati del M5s in Sicilia, che si opponevano al business del biometano nella provincia di Trapani, vale a dire l'affare che secondo l'accusa legava Arata a Vito Nicasatri, l'imprenditore vicino al clan del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro. Secondo quanto contenuto nelle carte dei magistrati, Siri riuscì a far inserire un passaggio sul biometano nel contratto di governo tra Lega e M5s, che era in via di definizione in quelle settimane. Un passaggio che aveva la funzione di bloccare soprattutto la deputata regionale M5s Valentina Palmeri, con "le carte", scrive Repubblica, che "non vennero fatte vedere alla deputata".

Poi sarebbe stato Siri a chiedere aiuto ad Arata, che avrebbe messo in campo le sue amicizie americane per fargli ottenere la poltrona da sottosegretario. Mentre poi i grillini bloccarono i progetti di Arata anche con Siri al governo sull'emendamento voluto dal consigliere per l'energia della Lega. Arata che anche attraverso il figlio si sarebbe adoperato per incontri importanti, come il ricevimento dell'ex guru di Trump Steve Bannon e le telefonate al cardinale vaticano Raymond Burke, Giancarl Giorgetti e Gianni Letta (tutte conversazioni senza rilievi penali). A un certo punto, scrive Repubblica, Arara scopre una microspia nella sua auto, ma commenta: "Saranno i servizi segreti per i nostri amici che vengono a casa". Era invece la Dia.