Cronache

Ue, le armi "sostenibili" e il trucco delle lobby per prendere più fondi

di Antonio Amorosi

La lobby degli armamenti sta spingendo le autorità di regolamentazione dell'UE a classificare le armi come "sostenibili". Il dibattito che non tocca l'Italia


Una delle conferme è arrivata a inizio marzo dal quotidiano francese Le Figarò: “Altro segnale della svolta europea a favore della Difesa, la decisione di non escludere più dalla tassonomia sociale europea gli investimenti militari”. “Questa drammatica situazione (riferendosi alla guerra in Ucraina, ndr) - spiega sempre sul giornale transalpino Patrice Caine, Ceo di Thales, gruppo francese specializzato nell'aerospaziale e nella Difesa - ci ricorda un semplice principio: senza stabilità e sicurezza non possono esserci prosperità, inclusività e sviluppo sostenibile. Tuttavia, sono proprio le industrie della Difesa che aiutano le democrazie a garantire la loro sovranità, sicurezza e stabilità”. 

All’inizio del conflitto ucraino sul quotidiano inglese Telegraph Rupert Soames, l'Amministratore delegato di Serco, azienda britannica che si occupa anche di armi, ha rammentato che “l'invasione dell'Ucraina dovrebbe ricordare agli investitori il valore etico dell'industria della Difesa”. Anche Citibank ha rincarato la dose in questi giorni rammentando il contributo dei produttori di armi alla "difesa dei valori delle democrazie liberali e alla creazione di un deterrente, preserva la pace e la stabilità globale".

Il dibattito, che non ha neanche sfiorato l’Italia, ha però colpito gli esperti tedeschi. Sull'emittente pubblica Deutsche Welle è intervenuto duramente Christian Klein, professore di Finanza sostenibile all'Università di Kassel in Germania: "È assurdo dire che le armi sono sostenibili. È come dire che le patatine fritte sono sostenibili perché hanno un buon sapore". Ha poi spiegato Klein: "Le persone spesso danno per scontato che ciò che non è sostenibile sia l'opposto di sostenibile. Sarebbe come dire che tutto ciò che non è verde è marrone. Ma questo non ha senso... alla fine, la tassonomia riguarda migliori condizioni di finanziamento per attività o aziende sostenibili e non capisco davvero perché l'industria delle armi dovrebbe avere condizioni di finanziamento migliori".
 

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