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Cavallero (Mondadori): "La legge Levi farà fallire tanti editori". E su 0,99, precariato, self-publishing, Kobo, bestseller, crisi, copyright, anticipi e 'poltrone'...

 

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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

RiccardoCavallero

Nell'Italia in recessione, l'intera filiera del libro continua a vivere mesi molto difficili. In questo contesto non certo entusiasmante, il gruppo Mondadori resta il primo in Italia per quota di mercato (pari al 27,6% nel 2012). Delle prospettive future del gruppo (e dell'intero settore), Affaritaliani.it ha parlato con Riccardo Cavallero, energico numero uno dei libri a Segrate (nella foto a sinistra, ndr), che in quest'intervista a tutto campo fa anche un bilancio dei suoi primi tre anni da Direttore Generale Libri Trade Mondadori (è in carica dal 12 gennaio 2010): "Sono nato nel '62, alla fine del cosiddetto boom economico. La mia generazione è arrivata quando 'la festa stata finendo'. Da sempre siamo abituati a convivere con le difficoltà e le crisi. Tutto sommato ci è andata bene, perché chi oggi ha vent'anni ha molte meno certezze sul futuro. Fatta questa premessa, dal mio punto di vista il bilancio è positivo. Ho la fortuna di lavorare in un'azienda che, in una fase di trasformazioni, mi permette di sperimentare, rischiare e imparare dagli inevitabili errori".

CinquantaSfumatureDiGrigio

Veniamo alla stretta attualità: sta facendo discutere l’operazione della Newton Compton, che ha lanciato una collana di libri a 0,99 euro. Lei (su La Stampa) ha parlato di “bellissima operazione di marketing”, che però “non crea nuovo avvicinamento alla lettura e rischia di cannibalizzare un settore come quello dell’economico, che è già in caduta verticale”. Ma ha anche aggiunto che “il legislatore è stato molto miope. La legge Levi ha bloccato gli sconti falsando il mercato. Newton Compton reagisce abbattendo i prezzi. Questo è il risultato. Intanto arriva la cassa integrazione per i grandi gruppi, il mercato continua a scendere, i librai indipendenti chiudono…”.  Cavallero, spera quindi in un intervento del nuovo Governo?
"La difesa del mercato libraio e la promozione della lettura sono due temi molto importanti, ma temo che il nuovo Governo, quando si insedierà, avrà altre priorità. Quanto alla Legge Levi, è stata un'occasione persa. Rappresenta un grande freno al mercato, e purtroppo porterà molte case editrici italiane a fallire nei prossimi mesi. In modo molto democratico, la Legge Levi danneggia tutti, sia i grandi sia i piccoli. Pur essendo nata per garantire - sulla carta - la pluralità, questa legge sbagliata sta portando invece a una concentrazione del mercato, e quindi, paradossalmente, sta 'giovando' ai grandi. Da editore sono anche molto preoccupato per i librai, perché non è con leggi che alterano il mercato che si difendono le piccole realtà... ".

A proposito di librerie indipendenti, il suo gruppo ha stretto un importante (e discusso) accordo con molte di esse...
"Sì, per venire incontro ai librai, con circa 320 punti vendita in tutta Italia abbiamo firmato un nuovo contratto, in modo da non far gravare il costo delle novità. E nonostante il calo generale delle vendite, i librai che ci hanno seguito in questa  strada vanno in controtendenza e fanno registrare risultati positivi. Certo, va detto che Mondadori ha la forza economica per finanziare questi punti vendita. Altri non potrebbero permetterselo". 

Non soffrono solo le piccole librerie, ma anche le grandi catene. A questo proposito, nei giorni scorsi  Alberto Galla, presidente dell'Associazione Librai Italiani, commentando con Affaritaliani.it l'avvio delle trattative tra le Feltrinelli e i sindacati per l'introduzione dei contratti di solidarietà, ha dichiarato:  "Paradossalmente in questo primo trimestre del 2013 le piccole librerie intravedono spiragli di luce, mentre soffrono molto le catene, che devono riorganizzarsi".
"Le parole di Galla confermano che la scelta del gruppo Mondadori di adottare questo nuovo modello sta portando a risultati positivi per le librerie indipendenti (il contratto prevede che i librai indipendenti possano prenotare le novità dei marchi Mondadori e pagare solo le copie vendute al netto delle rese, ndr). Per quel che riguarda le catene, invece, esse subiscono di più gli effetti della rivoluzione digitale. Ecco perché devono evolversi e devono riuscire a coniugare digitale e cartaceo. I librai di domani offriranna un servizio completo, che riguarderà anche il digitale".

Tornando alla domanda iniziale, esclude che il suo gruppo possa lanciare nei prossimi mesi una collana “super-low cost”, simile a quella di Newton Compton?
 "Non escludo nulla, ci mancherebbe. Un grande gruppo come il nostro deve essere sempre pronto ad adattarsi alle esigenze del mercato. Ma i super-low cost Mondadori li faceva già nel 1994, si chiamavano I Miti e all'inizio costavano 3.900 lire. Allora l'obiettivo era quello di dar vita a un'operazione di mass-market, che fu poi seguita da altri gruppi e che andò molto bene. Venendo al presente, contavamo di lanciare già a febbraio 2012 una collana di romanzi a 2,99 euro - una decina di titoli - per rendere accessibile la grande letteratura a una fascia vastissima di lettori. Poi però ci siamo fermati quando sono arrivati i libri a 0,99 di Newton Compton, perché la nostra operazione non avrebbe avuto più senso, a un prezzo di copertina superiore, seppur di poco".

Quindi il progetto della collana a 2,99 euro è definitivamente archiviato?
"Direi di sì. In un mercato che cambia con grande rapidità, non bisogna mai innamorarsi delle proprie idee. Nei prossimi anni la spinta del digitale, che in Italia è ancora sottovalutata, sarà ancora più dirompente. Cercheremo di dare risposte editoriali a questi nuovi bisogni, senza preoccuparci di quello che non è stato".

Inferno DanBrown Mondadori

Lo scorso anno la Mondadori ha dominato in classifica con la trilogia mommy-porn delle “Cinquanta sfumature”. In questo 2013 su quali bestseller punterete?
 “Un anno fa, ad aprile 2012, non sapevo ancora che sarebbe arrivata questa trilogia di straordinario successo (proprio ad aprile Mondadori acquisì i diritti di 'Fifty Shades of Grey', ndr), quindi mi lasci sperare che anche in questo 2013 possa arrivare un altro colpo simile.. In attesa di ripetere il miracolo, le nostre certezze quest'anno saranno rappresentate da una serie di titoli importanti: 'Inferno' di Dan Brown, che negli Usa sta facendo registrare prenotazioni strabilianti; 'E l'eco rispose', il nuovo romanzo sull'amore e la famiglia di Khaled Hosseini (in uscita a metà giugno per Piemme); sempre in casa Piemme crediamo molto ne 'Le colpe dei padri'  di Alessandro Perissinotto, con cui ci presentiamo allo Strega; e venendo alla seconda parte dell'anno, non sarebbe male avere il nuovo libro di Carlo Lucarelli, mentre di sicuro pubblicheremo un romanzo di  Valerio Massimo Manfredi, che andrà a chiudere la sua saga 'Il mio nome è Nessuno': sono convinto che diventerà un longseller”.

Segrate Mondadori

Un po’ a sorpresa, Laura Donnini ha lasciato l'incarico di Direttore Generale delle Edizioni Mondadori ed è passata alla Rcs Libri, il gruppo concorrente, con il ruolo di Direttore Generale. Lei ha assunto ad interim la carica di Donnini: ha deciso a chi affidare questo ruolo delicato?
“In realtà il mio è un falso interim. Laura (Donnini, ndr) non verrà sostituita. La Mondadori andrà avanti con quattro direttori editoriali, un direttore letterario (Antonio Riccardi, ndr) e una direzione marketing che è stata ulteriormente rafforzata. E' lo stesso modello di Einaudi, Piemme e Sperling. Il tempo dirà se questa è la direzione giusta. Finora gli azionisti ci hanno dato fiducia”.

Avete avviato “un processo di integrazione tra le risorse editoriali e quelle gestionali in tutte le case editrici del gruppo”. La fusione tra le funzioni editoriali e quelle di marketing “è finalizzata alla valorizzazione delle singole professionalità all’interno di un lavoro di squadra più efficace". Oggi un manager editoriale deve dare più importanza al marketing che ai contenuti?
“Ho iniziato la mia carriera nell'editoria come responsabile del settore marketing e non mi spaventa, naturalmente, parlare di marketing legato al libro. Al centro, però, deve restare il contenuto editoriale. Prendo come modello una realtà americana che a mio avviso è da imitare: la Knopf. Al vertice c'è Sonny Mehta, il cui amore per la letteratura ha pochi eguali al mondo; mentre Tony Chirico lo affianca occupandosi della parte gestionale. E' finito il tempo dell'editore-padre padrone. Nell'era digitale sarà impossibile per una singola figura professionale controllare ogni aspetto. Ed è sbagliato chiedere a chi si occupa di contenuti di gestire anche altri ambiti, che necessitano di professionalità diverse.  Il mio compito è proprio quello di valorizzare i singoli componenti della squadra. Che per fortuna è ricca di talenti”.

kobo touch

E’ passato oltre un anno da quando avete annunciato il lancio di una piattaforma di self-publishing (in collaborazione con Kobo), che avete affidato all’editor Edoardo Brugnatelli. A che punto è il progetto?
“Ci sono stati dei rallentamenti ma va avanti e prima dell'estate vedrà finalmente la luce. Stiamo verificando i domini e la prossima settima dovrebbero presentarmi il nome della piattaforma. Stavolta ci siamo davvero”.

A proposito, può fornire delle cifre sulle vendite, ad oggi, dell’e-reader Kobo, su cui avete molto investito anche a livello di marketing?
 “Come sa gli americani non danno dati e per una volta faccio volentieri l'americano anch'io. Ma il lancio è andato molto bene, e ad oggi il risultato è grosso modo tre volte superiore alle nostre aspettative, che evidentemente all'inizio erano state troppo basse. Nessuno può smentirmi se affermo che Kobo è stato il device più venduto nel periodo natalizio. Nel mercato italiano degli e-reader, al momento la nostra quota è già pari al 20%. E quello che mi rende ancor più ottimista è la funzionalità della piattaforma attraverso cui distribuiamo, e sui cui si appoggerà anche il nostro progetto legato al self-publishing. Tra l'altro, lo stesso network fisico delle nostre librerie potrà beneficiare di questa piattaforma all'avanguardia”.

Jeff Bezos

Sempre in tema e-book, all’orizzonte potrebbe esserci una nuova “guerra legale” tra editori tradizionali e “giganti” come Amazon ed Apple, che hanno presentato due diversi brevetti per vendere le licenze degli e-book “usati” (finora, chi compra la licenza di un e-book non può cedere la propria copia ad altri). Tra l’altro, a differenze della carta, gli e-book “di seconda mano” non si sgualciscono, e il rischio è che i prezzi (già ridotti) si abbassino ancora. Editori e scrittori, dunque, guadagnerebbero meno… Tra l’altro, c’è chi dice (come ha scritto Repubblica) che Amazon si muove in questa direzione (in cui i guadagni sarebbero inferiori anche per l’azienda di Bezos) per dare impulso alla propria attività di editore, puntando quindi a soffiare gli autori alle case editrici con la promessa di ricevere compensi anche dalle vendite di seconda e terza mano… Il gruppo Mondadori quale posizione ha?
"Sposterei l'attenzione su un altro tema, ancor più centrale a mio avviso, e che sarà risolto entro i prossimi dieci anni: parlo del copyright. E' giusto difende il diritto d'autore, ma con nuovi strumenti legali. Quella digitale è una discontinuità fortissima che non può essere fermata con gli strumenti tradizionali. E' suicida ostinarsi a tentare di fermare questi processi".

E come deve cambiare il mestiere dell'editore?
"Dobbiamo reinventare il nostro lavoro. Ripeto, ho la fortuna di lavorare in un'azienda proiettata verso il futuro,  in cui è concesso di sbagliare. Personalmente commetto continuamente errori ma, con una visione da venture capitalist, alla fine, quando tiriamo le somme, i successi sono superiori ai fallimenti. In Mondadori è chiaro a tutti che è fondamentale avere una mentalità aperta alle novità. Siamo entrati nell' 'era del lettore' - in altri settori si parlerebbe di 'era del consumatore' - e rispetto al passato l'editore ha meno 'potere'. Mi ritengo fortunato a fare il manager in questa fase di incredibili trasformazioni, ma non sto dicendo che la direzione verso cui tutti stiamo andando mi entusiasmi".

Nei giorni scorsi Affaritaliani.it ha intervistato una serie di agenti ed editori a proposito del crollo degli anticipi degli scrittori in questa fase di crisi. In futuro anche gli autori Mondadori guadagneranno meno?
"Causa crisi, la forbice si allargherà in tutto il mondo: gli esordienti riceveranno anticipi sempre più bassi mentre gli autori di bestseller guadagneranno di più, perché gli editori non potranno privarsi di chi garantisce vendite importanti. Gli autori di catalogo, dal canto loro, vedranno calare i propri anticipi. E' inevitabile che accada, c'è un limite al livello di perdita che la casa editrice di turno può sopportare su un determinato titolo".

Veniamo a un altro tema attualissimo: il precariato nell’editoria libreria, che l’entrata in vigore della Riforma Fornero non ha certo fermato. Stando ai dati Slc-Cgil, nel gruppo Mondadori Libri ci sarebbero oltre 300 lavoratori “atipici”, e non va meglio altrove. La Rete dei Redattori Precari negli ultimi mesi ha cercato di far sentire la propria voce, ma la crisi del mercato complica la situazione…
"Il momento è complesso. Sono tre anni che lavoro in Italia, prima ho lavorato negli Usa e in Spagna sotto legislazioni occupazionali completamente diverse. Onestamente, faccio un po' fatica a capire il sistema italiano. Credo che ci siano molti aspetti da rivedere, anche nella stessa Riforma Fornero che, dati alla mano - e non sono il solo a dirlo - ha fallito. Mi permetto di citare in questo contesto un libro pubblicato da noi che non ha goduto della meritata attenzione: 'Inchiesta sul lavoro. Perché non dobbiamo avere paura di una grande riforma' di Pietro Ichino, che ha individuato soluzioni all'avanguardia. Sono convinto che il prossimo Governo, qualunque colore avrà, dovrà darsi come priorità quella di riformare la legislazione sul lavoro".