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Culture
Isabelle Huppert ad Affari: "Scelgo lo sguardo del regista e non il ruolo"
Isabelle Huppert in "La Syndacaliste"

Ci parla del personaggio della sindacalista?

Un ruolo che mi interessava molto interpretare, non è un ruolo di donna vincente, anzi, vediamo tutta la sua fragilità, le sue debolezze e la sua complessità. Inoltre paga un prezzo molto alto per esercitare il potere legittimo che detiene. E’ un ruolo centrale e molto bello perché è una donna che viene mostrata in tutta la sua complessità e vulnerabilità.

Come considera la sua carriera?

Non in termini di personaggi che ho interpretato ma segnata da tantissimi incontri meravigliosi con registi bravissimi; non mi riferisco solo a quelli più conosciuti come Chabrol ma anche meno famosi che mi hanno offerto il privilegio del loro sguardo. Questo mi interessa della carriera: vedere in che maniera questi incontri producono in me un cambiamento.

Ha ancora una sfida, un traguardo da raggiungere?

Forse poter intepretare il ruolo di un uomo.

Cosa me pensa della situazione politica in Francia oggi?

E’ molto complicata ma tra poco sentiremo parlare di una sindacalista che è stata da poco eletta a capo di un grande sindacato. Spero che le cose di risolvano e che la situazione si calmi.

Crede che un giorno l’inteliggenza artificiale sarà applicata anche al mondo del cinema?

Sento parlare di intelligenza artificiale tutti i giorni alla radio ma non mi sono documentata. A priori l’uso dell’applicazione al cinema potrebbe far paura. Forse alla fine non ci sarà più bisogno degli attori, potrebbe succedere.

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