Economia

Atlantia, strategia del logoramento su Aspi. Sospetti dei Benetton sul Governo

di Luca Spoldi

Secondo i Benetton l'esecutivo su Aspi prende tempo per far calare il prezzo ai danni di Atlantia

I Benetton iniziano ad avere più di un sospetto: il continuo prendere tempo del governo Conte-bis, trattando ma al tempo stesso alzando i toni sulla vicenda Autostrade (Aspi), è una precisa tattica negoziale che ha come finalità ottenere il massimo risultato col minimo sforzo, ossia far calare la valutazione di Aspi per sborsare meno miliardi possibili in cambio della partecipazione di controllo.

Per questo Ponzano Veneto è corsa ai ripari chiedendo al vice-presidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis di intervenire contro il governo italiano, che starebbe cercando di costringere Atlantia a cedere il controllo di Aspi ad una entità da lui controllata (Cassa depositi e prestiti) ad un valore inferiore a quello di mercato.

Che si andasse in tale direzione era peraltro evidente sin da un anno, quando (era il 26 giugno 2019) l’allora vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, a Porta a Porta fece sapere che “il giorno in cui, come governo, in maniera coerente” fossero state revocate le concessioni autostradali ad Atlantia “quell’azienda avrà delle difficoltà, perderà valore in borsa”.

Aggiungendo, senza che la Consob di Paolo Savona (subentrato nel febbraio dello scorso anno dopo le dimissioni, su pressioni di Lega e M5S, del predecessore Mario Nava), si sia sentita in dovere di verificare eventuali situazioni di market abuse,che “Atlantia è decotta”. In quel momento, 11 mesi dopo il crollo del Ponte Morandi, Atlantia era sì lontana dai massimi di 26 euro per azione, ma ancora valeva circa 23,75 euro per azione, con una capitalizzazione di borsa di 19,6 miliardi.

Oggi, dopo mesi di polemiche e scambi di accuse e dopo che il governo  nel testo omnibus dell’articolo 35 del decreto “Milleproroghe” ha abbattuto il valore dell’indennizzo dovuto al gruppo di Ponzano Veneto in caso di revoca delle concessioni da 23 miliardi a 7 miliardi di euro (corrispondenti all’ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti), Atlantia oscilla sui 14,75 euro e vale 12,1 miliardi.

Un valore che deriva da partecipazioni che oltre ad Aspi (88% del capitale) ad Abertis (90%) e Telepass (100%), da Aeroporti di Roma (99,4%) a Aeroports de la Cote d’Azur (38,7%). Come dire che la holding controllata da Ponzano Veneto al 30,25% non è solo autostrade né solo autostrade italiane (ha concessioni in Polonia, Brasile, Cile, Argentina, Porto Rico e India), ma certamente Aspi, rappresentando il 35% del reddito operativo del 2019 (pari a 11,63 miliardi), rappresenta tuttora una parte importante del business della famiglia Benetton.

(Segue...)