Economia

Bper, Montani svela le carte sul futuro: "A giugno la presentazione del piano"

Il piano industriale potrebbe valutare operazioni di derisking più "aggressive" avendo livelli di copertura che "consentono di guardare avanti con ottimismo"

Bper, Montani: "Su Carige devo essere prudente, bisogna aspettare che l'operazione arrivi alla fine"

A giugno, molto probabilmente, Bper presenterà il nuovo piano industriale. "Maggio-giugno, più giugno che maggio potrebbe essere il tempo giusto per uscire", ha rivelato l'amministratore delegato della banca popolare emiliana Piero Luigi Montani nel corso della conference call con gli analisti sui risultati 2021. Un piano che potrebbe valutare operazioni di derisking "più aggressive", avendo livelli di copertura che "consentono di guardare al futuro con particolare ottimismo", ha rimarcato Montani. "Siamo in mezzo a operazioni straordinarie che potrebbero orientare diversamente il futuro, abbiamo bisogno di ragionare e sapere esattamente lo scenario che ci attende", ha spiegato, "giugno potrebbe essere il tempo giusto per uscire".

Sull'agenda anche la trattativa esclusiva per l'acquisizione della partecipazione di controllo detenuta dal fondo interbancario di tutela dei depositi in Carige. A tal proposito Montani ha mostrato prudenza: "Bisogna aspettare che arrivi alla fine", confermando i requisiti per finalizzare l'acquisizione, ossia "neutralità di capitale, che vuol dire nessun impatto negativo sul nostro capitale, nessun peggioramento della qualità del credito, con l'idea di avere un accrescimento dell'Eps".

Sul fronte della pulizia dei crediti di Carige, ha quindi spiegato: "Evidentemente se vogliamo mantenere la neutralità e addirittura migliorare l'Eps vuol dire che quello che entra deve entrare pulito: come farlo o non farlo siamo ancora in fase di negoziazione".

Montani si è detto inoltre soddisfatto dei risultati ottenuti nel 2021, considerando "tutto il lavoro che è stato fatto" con l'integrazione delle filiali ex Ubi, che ha cambiato "la geografia e la struttura della banca". Bper ha chiuso l'anno con un utile netto di 525,1 milioni, raddoppiato rispetto 245,7 milioni dell'anno precedente. Il dato è stato superiore al consensus raccolto da Bloomberg, che si fermava a un utile netto di 507 milioni, e ha battuto anche le stime degli analisti di Equita che erano di 516 milioni. A generare l'utile annuale della banca c'è stato, tra le altre cose, l'avviamento negativo, il cosiddetto badwill, legato all'acquisizione degli sportelli di Ubi nell'ambito dell'opa di Intesa Sanpaolo.

Quanto ai conti del solo quarto trimestre 2021, Bper ha terminato il periodo con un rosso di 61,1 milioni, su cui hanno pesato i costi del piano esuberi, interamente caricati sul periodo ottobre-dicembre. Il Cda, in occasione della presentazione dei conti, ha inoltre proposto la distribuzione di un dividendo di 6 centesimi per azione, in rialzo rispetto ai 0,04 euro per azione dell'anno scorso. 

"Abbiamo chiuso l'operazione Ubi a giugno, ha continuato Montani, e negli ultimi sei mesi si è andati avanti, nei tempi che abbiamo detto, con tutta una serie di altre operazioni, che facevano un po' parte del nuovo piano industriale che pensavamo di presentarlo adesso, ora slitterà un attimino". L'integrazione delle filiali "si è chiusa in tempi rapidi con successo, sia per quanto riguarda le filiali, che sono pienamente funzionanti, sia sul fronte del personale: l'operazione si è chiusa bene per tutti", ha concluso l'amministratore delegato di Bper

Infine, riguardo al Superbonus del 110% Montani ha specificato: "Ci sono state parecchie frodi in giro" ma "a noi riguarda poco, siamo a circa 310 milioni di euro" di cessioni del credito e inoltre "abbiamo un controllo assolutamente molto stretto sulla vicenda, attraverso una società di revisione con un team dedicato che guarda con grosso rigore. Siamo assolutamente riparati in proposito".

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