Economia
Corsi e ricorsi del fondo Cinema: dalla crescita esponenziale alle criticità del nuovo decreto
L'Italia ha investito nella crescita del Fondo Cinema, portando la dotazione iniziale di 400 milioni nel 2016 a 696 milioni nel 2024
Fondo cinema 2016-2025: la crescita dei finanziamenti e le controversie legali
Dal 2016 al 2025, il sistema di finanziamento del cinema e dell'audiovisivo in Italia ha visto un'evoluzione significativa, con l'introduzione della Legge n. 220/2016, che ha istituito il Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel settore. A partire dal 2021, il governo ha incrementato il budget per il settore, attraverso leggi di bilancio annuali e riforme specifiche, come il Decreto Ministeriale n. 145 del 12 aprile 2024. Questi cambiamenti sono stati accompagnati da modifiche alle "regole d'ingaggio" per l'accesso ai fondi pubblici, destinate a sostenere le imprese di produzione e distribuzione.
La riforma ha suscitato preoccupazioni tra le piccole realtà produttive, che temono una concentrazione delle risorse nelle mani dei grandi attori del settore. Le modifiche proposte sono state impugnate al Tar del Lazio, che ha sospeso l'efficacia del decreto in attesa della discussione in tribunale prevista per il 4 marzo. La criticità principale riguarda il sistema di accesso ai fondi, con tempi di attesa troppo lunghi che mettono in difficoltà le micro, piccole e medie imprese (MPMI).
Nel 2024, una nuova bozza di decreto ha cercato di rispondere a queste preoccupazioni, modificando la ripartizione delle risorse. È stato rimosso il limite che escludeva i piccoli distributori, ma restano i parametri di costo per la suddivisione delle produzioni in fasce (fino a 1,5 milioni, da 1,5 a 3,5 milioni, e oltre 3,5 milioni), con obblighi di proiezione in sale cinematografiche che continuano a sollevare polemiche.
L'Italia ha investito nella crescita del Fondo Cinema, portando la dotazione iniziale di 400 milioni nel 2016 a 696 milioni nel 2024, con l'obiettivo di incentivare la produzione nazionale e attrarre investimenti esteri. Nonostante questo, il sistema di distribuzione dei fondi è stato criticato dalle MPMI, che vedono una riduzione dei contributi selettivi, a favore di un maggiore impegno verso il tax credit, che oggi assorbe il 60-65% delle risorse.
In sintesi, l'evoluzione del sistema di finanziamento ha portato significativi aumenti nel budget, ma anche critiche riguardo l'accesso ai fondi, l'equità nella distribuzione delle risorse e i tempi di attesa per le piccole produzioni. La sfida attuale è quella di trovare un equilibrio che tuteli le piccole realtà, senza sacrificare l'efficacia del sistema.
Anno |
Importo del Fondo |
Tax Credit |
Contributi Automatici |
Contributi Selettivi |
Promozione e altre finalità |
---|---|---|---|---|---|
2016 |
400 milioni |
40% |
30% |
20% |
- |
2021 |
640 milioni |
60% |
15% |
15% |
- |
2022 |
750 milioni |
65% |
10% |
15% |
- |
2024 |
696 milioni |
59% |
3% |
12% |
20% |
“Il tax credit, spiega Corrado Azzolini, Presidente Confartigianato Cinema e Audiovisivo, è lo strumento più importante di sostegno per il settore e deve rimanere automatico, per sostenere al meglio la creatività italiana. In questo particolare momento storico di cambiamento – aggiunge Azzolini – i contributi devono essere automatici ed i criteri di assegnazione devono essere adeguati, considerando i risultati numerici delle piattaforme al pari degli incassi theatrical (ndr. cinema e teatri della distribuzione classica).”
Ora si attende dunque il 4 marzo, per decidere definitivamente il testo condiviso che dovrà garantire trasparenza di accesso, semplificazione, agilità e competitività ai film italiani nel panorama mondiale.