Economia
Extraprofitti, trucco delle banche per non pagare e rivolta dei fondi esteri
La pazza idea degli istituti di credito: alzare gli interessi ai depositanti. Siluri via Financial Times a Meloni e Giorgetti dai grandi investitori
Extraprofitti, l'Abi si dice "sorpresa" ma Patuelli tiene un basso profilo. Ecco perchè
La tassa sugli extraprofitti delle banche ha creato una bufera, gli istituti di credito sono sul piede di guerra e i fondi esteri fanno sentire forte la loro voce criticando apertamente il governo. L'Abi si è detta "sorpresa" e attende modifiche alla norma e come se non bastasse in borsa sono stati bruciati 9 miliardi in un giorno solo dopo la decisione dell'esecutivo. Le banche adesso - si legge sul Fatto Quotidiano - stanno studiando le possibili contromosse. Spunta la pazza idea per schivare il prelievo sugli extraprofitti: alzare gli interessi ai depositanti (come accade nel resto d’Europa). Il motivo per cui le banche italiane hanno chiuso il 2022, e soprattutto chiuderanno il 2023, con bilanci record è che hanno trasferito ai loro depositanti una quota davvero misera dei benefici che hanno ottenuto dal veloce e forte aumento dei tassi attuato dalla Banca centrale europea.
Secondo calcoli degli analisti di S&P appena il 10%, a fronte di una media euro doppia, il 20% della Germania o il 35% della Francia. Dunque la voce di bilancio denominata margine di interesse (quella su cui si applicherebbe la tassa sugli extraprofitti) è salita in misura molto significativa, spesso di oltre il 20%. Il margine d’interesse - prosegue Il Fatto - rappresenta infatti la differenza tra quello che una banca incassa con gli interessi che fa pagare sui suoi prestiti e ciò che paga a chi presta a lei i soldi (i depositanti). Le banche potrebbero quindi decidere di aumentare gli interessi a chi deposita denaro e scavalcare la norma.
L’Abi per il momento attende, l’associazione bancaria italiana che giovedì ha riunito il suo comitato di presidenza per discutere della misura varata dal governo. Tutte le banche, che si sono dette "molto unite", hanno espresso "sorpresa" per la tassa. Il presidente Antonio Patuelli ha concordato con gli istituti di credito però un atteggiamento di "cautela, fermezza, serietà e senso di responsabilità", per non «precipitare le cose». Meglio il basso profilo dunque in attesa delle prossime mosse dell’esecutivo e anche di eventuali correzioni durante la discussione parlamentare.