Economia
Generali, Donnet prenota il rinnovo. Ma la quadra fra i soci è difficile
Il Ceo fa sapere di essere già al lavoro sul piano industriale al 2024, ma il suo rinnovo passa da una difficile composizione dei desiderata dei soci del Leone
Donnet prenota il rinnovo in Generali. Nel giorno successivo all’apertura formale della crisi fra i grandi soci del Leone, in primis fra Francesco Caltagirone e Mediobanca, crisi che a cascata lo riguarda da vicino, Philippe Donnet gioca deciso le proprie carte e in assemblea rilancia la propria azione strategica in un arco temporale superiore a quello della scadenza del proprio mandato (ad aprile 2022), con il jolly del nuovo piano industriale al 2024.
I LAVORI ASSEMBLEARI/ Via libera dei soci (presente il 51,5% del capitale senza la quota del vicepresidente Francesco Caltagirone) con il 99,8% al bilancio e al dividendo con il 98,7%. Ok anche alla nuova politica di remunerazione e sui compensi con rispettivamente il 95,3% e 92,3% dei presenti favorevoli. Generali, un mese per ricucire fra i soci. Opzione lista Cda targata Caltagirone |
“Quando mancano poco più di sei mesi alla fine del piano siamo convinti di raggiungere tutti i target di Generali 2021, dopo avere conseguito lo scorso anno importanti risultati su tutti i pilastri della strategia”, ha spiegato in apertura dei lavori assembleari agli azionisti il Ceo, rimarcando subito di essere già al lavoro sul nuovo piano che parte “da basi molto solide”. Business plan che sarà in continuità con l'attuale e avrà come scopo, dal punto di vista strategico, la definizione di obiettivi ambiziosi di crescita e il rafforzamento della capacità del gruppo di generare valore e risultati sostenibili nel tempo. Linee che Donnet condividerà, ha rivelato l’agenzia Radiocor, a maggio in una riunione ad hoc con gli amministratori delegati delle controllate della Galassia Generali.
Insomma, un’accelerazione che è sembrata una prima risposta ad alcuni desiderata degli azionisti forti come Leonardo Del Vecchio (al 4,82% del capitale) e Caltagirone (con il 5,63%, presente al tradizionale Cda ordinario, dopo l’assemblea) che chiedono una strategia di crescita più aggressiva del Leone (e non quella fatta di piccoli M&A), in grado di ridurre più velocemente il gap con i primi della classe delle polizze come Allianz e Axa.
Difficile che questo scatto basti ad assicurare fin da subito al top manager, che pure durante il proprio mandato non ha fatto mancare i risultati alla compagnia, la riconferma. Il motivo? I temi da affrontare che alcuni grandi azionisti stanno per mettere sul tavolo sono da definire in maniera propedeutica prima del rinnovo degli organi sociali e dell'individuazione dell'amministratore delegato. Figure che verranno tracciate poi a valle.
Da sinistra Philippe Donnet, Gabriele Galateri e Cristiano Borean,
rispettivamente Ceo, presidente e Cfo delle Generali
In primis, secondo quanto rivelano alcune fonti vicine ai soci, c’è da delineare la visione di lungo periodo delle Generali, il tipo di compagnia, cioè, che si vuole avere fra cinque-dieci anni, in un orizzonte dunque superiore all’arco di piano.
Poi l’intenzione, è quella di avere un consiglio che di amministrazione che rispecchi maggiormente la nuova composizione del capitale, dove il peso dei singoli soci privati come Caltagirone, Del Vecchio e la famiglia Benetton è cresciuto nel tempo e supera (con il 14,42%) il 12,82% odierno dell'azionista storico Mediobanca che due ani fa ha stilato la lista dell’attuale board in carica in scadenza ad aprile del prossimo anno.
(Segue...)