Economia
Il Reddito di cittadinanza spinge l'economia. Lo ammette anche Gentiloni
“I consumi privati spinti dal nuovo reddito minimo (inteso per cittadinanza, ndr) dovrebbero sostenere la crescita
Il Reddito di cittadinanza spinge l'economia. Lo ammette anche il commissario Gentiloni. Un riconoscimento atteso da tempo e di cui i dirigenti del M5S esultano, da Vito Crimi alla ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico lo aveva sempre detto e si è anche prodigato in una serie di slide con dati e numeri presentati alla Commissione europea per convincerla della propria tesi. E oggi, per la prima volta, quella tesi viene riconosciuta: “I consumi privati spinti dal nuovo reddito minimo (inteso per cittadinanza, ndr) dovrebbero sostenere la crescita nel periodo oggetto della previsione”. A dirlo è stato il commissario all'economia Paolo Gentiloni.
La Corte dei Conti invita a considerare che il Reddito si compone di due ambiti che vanno distinti: la lotta alla povertà e quella alla disoccupazione. In questo caso, "limitato è stato finora il contributo nella ricerca di un'occupazione", visto lo scarso impatto dei Centri per l'impiego di cui appare cruciale il rilancio, che richiederà tempi certamente non brevi".
Per il resto sono solo cattive notizie quelle provenienti da Bruxelles sui conti dell'Italia.
L’Italia si conferma a crescita zero, o quasi. Il più lento di tutti. Nessun altro Paese europeo è sotto l’1%. Non solo. La Commissione Europea lima al ribasso le previsioni: nel 2020 a +0,3%, «anche a causa di un effetto negativo di trascinamento del 2019». Nel 2021, invece, la crescita si fermerà a +0,6%. A novembre scorso le previsioni erano 0,4% e 0,7%.
"Vedere l’Italia abbandonare finalmente la maglia nera non è il mio obiettivo istituzionale" commenta Paolo Gentiloni all’esordio nell’illustrare le analisi congiunturali elaborate a Bruxelles. «Però mi farebbe molto piacere, non c’è dubbio». Spezza una lancia per il reddito di cittadinanza che «certamente produce effetti distributivi tecnicamente misurabili in termini di crescita». Nessun giudizio «né positivo né negativo».