Economia
Intesa Sanpaolo pubblica il Rapporto di Analisi dei Settori Industriali
La ricerca curata da Intesa Sanpaolo con Prometeia: fatturato manifatturiero si conferma in crescita al 4.2%, ma con rallentamenti
Intesa Sanpaolo ha pubblicato i risultati del Rapporto di Analisi dei Settori Industriali di luglio 2018, curato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e Prometeia.
Dai risultati dell'analisi si apprende che, nei primi mesi del 2018, il fatturato manifatturiero si è confermato in crescita, sebbene a ritmo più contenuto rispetto agli ultimi mesi del 2017: l’incremento tendenziale è stato del 4.2% tra gennaio e maggio, a valori correnti, con un modesto supporto dei prezzi (+1.3%).
Il rallentamento è dovuto soprattutto al mercato interno. Più dinamica la componente estera del fatturato, che riflette la buona competitività dell’Italia sui mercati internazionali, dove si è registrato ancora un guadagno di quote di mercato.
Quasi tutti i settori si caratterizzano per un tasso di crescita più moderato rispetto al 2017, a eccezione della farmaceutica, forte di un export sempre trainante, e della meccanica, che beneficia del ciclo degli investimenti. Anche la filiera dei metalli e l’elettrotecnica hanno messo a segno risultati al di sopra della media, sostenute dal processo di upgrading del sistema industriale italiano. Per contro, nell’automotive vi è stata una frenata più marcata delle attese.
Intesa Sanpaolo, Rapporto di Analisi dei Settori Industriali: buone le prospettive di breve termine, traino dai mercati extra-Ue
Le prospettive di breve termine si presentano buone: nonostante gli elementi di incertezza dello scenario, sia interno che internazionale, la fiducia di consumatori e imprese sta tornando su livelli elevati, dopo un ripiegamento nei primi mesi del 2018. I fondamentali di crescita restano solidi, sia sul fronte interno, consumi e investimenti, sia su quello delle esportazioni. Nei prossimi mesi, un maggior traino potrà venire dai mercati extra-Ue, grazie anche ad un cambio più favorevole.
Al momento appare ridimensionato, rispetto a qualche settimana fa, il rischio di un’escalation protezionistica, che resta pur sempre una delle variabili di maggiore incertezza dello scenario. L’analisi eseguita a partire dalle matrici input-output internazionali mostra, infatti, l’esistenza di importanti legami tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, sia in termini di catene produttive che di export, dando un’idea di quanto l’imposizione di misure tariffarie potrebbe danneggiare, in via diretta o indiretta, l’intera economia mondiale.