Economia

Investire in obbligazioni, occasioni sulle quinquennali in euro

Meglio quindi stare alla larga dai bond high yield del settore energetico (o di banche esposte a tale settore, come Deutsche Bank). Anche in un contesto instabile, tuttavia “potrebbero presentarsi alcune opportunità accuratamente selezionate d’investimento”, ma in questo caso meglio sarebbe lasciar fare a investitori professionisti investendo dunque in fondi comuni e sicav anziché direttamente in bond. Altre opportunità non sembrano consistenti per quanto riguarda bond denominati in valute diverse dall’euro, visto che la sterlina sembra destinata a mantenersi debole e i tassi a non alzarsi almeno fino a tutto il 2017 in Gran Bretagna e che i bond giapponesi rendono poco e lo yen potrebbe perdere terreno nei prossimi mesi. Chi voglia limitare ulteriormente i rischi si mantenga in euro, scegliendo se investire a tassi negativi o nulli fino a due anni o puntare su scadenze più lunghe, tenendo presente che un Btp a 10 anni rende circa l’1,5% lordo (1%-1,3% netto a seconda delle singole emissioni).

Poiché è probabile che la Bce a marzo o in aprile decida di tagliare ancora i tassi sui depositi, già in territorio negativo, o ampliare, se non altro per tipologia di titoli acquistabili, la portata del quantitative easing, investire almeno su titoli a 5 anni (che rendono oggi attorno all’1% lordo, lo 0,5%-0,6% netto) sembra una ipotesi interessante. Un ribasso dei tassi di uno 0,1% consente ad un quinquennale di vedere i prezzi risalire di un ulteriore 0,3%- 0,4% ovvero ad un decennale di guadagnare poco più di uno 0,6% sempre in termini di prezzo. Sommati a una cedola semestrale pari alla metà del rendimento annuo vorrebbe dire guadagnare da qui a quest’estate tra un mezzo punto e un punto percentuale. Non è molto, ma per chi non ama il rischio sarebbe il giusto premio in attesa che la situazione sia a livello macroeconomico sia di mercato si faccia più chiara di quanto non appaia in questo momento.

Luca Spoldi