Economia

Roubini annuncia: "In arrivo una tempesta perfetta sui mercati"

Il governo incassa il calo del Pil più marcato del previsto e si prepara a un autunno caldissimo tra pensioni, incentivi e poche risorse

Dalle pensioni all'industria: le mille sfide del governo

In questo clima da luna di miele che finora ha accompagnato l’economia europea, e quella italiana in particolare – con il governo che si è intestato anche molti meriti che in realtà non aveva – sembra che nessuno si sia accorto dell’iceberg che arrivava e abbiamo tutti continuato a suonare come l’orchestrina del Titanic. Le banche finora hanno beneficiato della politica monetaria della Bce, dopo che lo scorso anno analoga festa era toccata alle aziende energetiche.

Ma la scelta da donna sola al comando fatta da Giorgia Meloni di tassare gli extraprofitti degli istituti di credito, come si ci fosse qualche consorteria dietro ai margini più elevati e non la banalissima matematica è stata suicida. Anche perché se si tassano gli extraprofitti delle banche che cosa si può ottenere? Che queste, spaventate, trattengano in pancia il denaro e non lo riversino nell’economica reale. Altro credit crunch, dunque, che si va a sommare a quello fisiologico di un incremento dei tassi e di un costo della nuova finanza sempre più elevato.

Non solo: ci si dimentica troppo facilmente che gli istituti di credito detengono una quota significativa del debito pubblico italiano. Circa il 25% dei btp nostrani sono in banca, nel vero senso della parola: parliamo di oltre 680 miliardi di euro. E se si penalizzano le banche che senso ha poi sperare che queste possano intervenire quando ci saranno nuove emissioni? Non è un ricatto, è la verità. Se si escludono gli istituti di credito, il rischio è che alla prossima asta di btp vengano richiesti rendimenti ancora più alti.