Economia
Shipping&Law, nuovi cantieri a Civitavecchia e a Napoli e tutela ambientale
Il progetto di sviluppo infrastrutturale più consistente però è quello del porto commerciale di Fiumicino che prevede investimenti per 500 milioni di euro.
A Civitavecchia tutto è pronto per la costruzione del nuovo pontile che sarà dedicato al collegamento con Barcellona, un progetto gemello con la città catalana, che ne realizza uno a sua volta. Francesco Di Majo, presidente dell’Autorità di Sistema del Tirreno-centro-settentrionale spiega che si tratta un intervento da otto milioni di euro, finanziato in parte dall'Unione europea e che è stato presentato insieme a Barcellona. “I lavori cominceranno la settimana prossima. Il progetto di sviluppo più grosso è però quello del porto commerciale di Fiumicino, che prevede nel complesso un investimento da 500 milioni di euro. Per ora abbiamo un finanziamento dalla Bei da 100 milioni per Fiumicino e cominciamo con il primo piccolo pezzo, la costruzione della darsena pescherecci che permetterà loro di non attraccare più nel porto canale, nell’area della nuova darsena verranno delocalizzati anche alcuni cantieri navali che sono in città. Siamo su questo alla progettazione esecutiva e per il 2021 parte la gara d'appalto”. A Shipping&Law, il forum internazionale sul futuro del trasporto marittimo, Di Majo sottolinea anche che il porto di Civitavecchia ha ricevuto dall'Ue l'ok e i fondi sul progetto da 4 milioni di euro per ultimo miglio di connessione su ferro che aiuterà la logistica del porto commerciale.
Se a Civitavecchia si realizzerà un nuovo pontile per i traffici nel Mediterraneo, a Napoli il molo Beverello sarà sottoposto ad interventi di restyling. Il primo progetto a partire è quello del rifacimento del molo che partirà con la costruzione di una struttura provvisoria che sarà utilizzata nella fase di costruzione della stazione marittima, per poter poi procedere alla demolizione le biglietterie attuali e partire con la realizzazione del nuovo terminal, una struttura di 2.400 mq coperti, nella quale saranno presenti le attività al servizio dei passeggeri: dall’accoglienza per imbarco-sbarco, alle biglietterie, dalla sosta al ristoro ed all’informazione, per un investimento di 18 milioni di euro. “Sono in corso - spiega Pietro Spirito, presidente dell'Autorità di Sistema del Tirreno centrale- le attività propedeutiche all'avvio del cantiere: stiamo avendo anche una interlocuzione con gli operatori e con le compagnie che lavorano al Beverello, per condividere le decisioni. Nel mese di ottobre apriamo il cantiere di costruzione delle biglietterie provvisorie e così potremo liberare la stazione marittima attuale per la demolizione e l'inizio del nuovo edificio”. Spirito sottolinea tuttavia le difficoltà per i manager dei porti di stare al passo con un mondo, come quello del commercio marittimo, che cambia molto rapidamente: “Nonostante la crisi e l'opinione degli esperti -dice- la dimensione delle flotte sia nel settore commerciale che in quello dei passeggeri sta crescendo. Questo vuol dire che le infrastrutture portuali devono adattarsi alle nuove flotte, un impegno molto difficile perché le procedure amministrative in Italia non sono al passo con i tempi per le sfide che dobbiamo affrontare". Anche sui finanziamenti per i progetti infrastrutturali, Spirito sottolinea che in futuro “i privati dovranno sempre di più essere coinvolti negli investimenti dei porti. Al settore pubblico deve rimanere il finanziamento di quegli investimenti che non portano profitti, per gli altri ci deve esse un ruolo crescente degli operatori privati”.
Come da tradizione Shipping and the Law si conclude con l'analisi del momento del commercio marittimo dal punto di vista legale, in un paese come l'Italia in cui, sottolinea Francesco Saverio Lauro, avvocato marittimista e organizzatore della manifestazione bisogna assolutamente intervenire per sbloccare la ratifica di convenzioni internazionali rispetto a cui l’Italia ha partecipato alla redazione, dimenticando poi di completarne la ratifica. “Per esempio è inconcepibile il mancato deposito dello strumento di ratifica della Convenzione di Londra sulla limitazione della responsabilità per i crediti marittimi, un atto che il mondo marittimo attende da anni e che 2012, con l’introduzione in Italia della normativa sulla assicurazione degli armatori per i crediti marittimi che presuppone la ratifica della Convenzione, lascia gli armatori italiani in una posizione di grande incertezza e inferiorità rispetto a quelli degli altri paesi. La mancata ratifica non dipende a mio avviso da una volontà politica in questo senso ma semplicemente da dimenticanze, lentezze, insomma dalla solita negligenza. E' un ritardo masochista che danneggia gravemente il Paese la sua industria marittima su cui occorre che l’attuale governo agisca immediatamente”.