Esteri
Afghanistan: dal 1 maggio via le truppe della Nato, comprese quelle italiane
Mosca: "Il ritiro dall'Afghanistan può scatenare un'escalation di guerra". Biden: "Mettiamo fine alla guerra più lunga d'America". Di Maio: "Grazie ai soldati"
Sono circa 800 i militari italiani attualmente impegnati in Afghanistan
La missione Isaf (International security assistance force) è terminata il 31 dicembre 2014 e l’1 gennaio successivo è stata avviata la nuova missione a guida Nato “Resolute Support” (RS), incentrata sull’addestramento, la consulenza e l’assistenza a favore delle forze armate (Ansf, Afghan national security forces) e delle istituzioni locali con l’obiettivo di migliorarne la funzionalità e la capacità di autosostenersi.
Il passaggio a RS - diversa da Isaf in primo luogo per essere di tipo “no combat” e decisamente più contenuta nei numeri - era stato deciso al summit di Chicago di due anni prima, che sanciva il 2014 come anno del completamento della fase di 'transizione', ovvero il pieno passaggio della responsabilità della sicurezza dalle forze Isaf alle Ansf.Centro nevralgico della missione è Kabul, con quattro “derivazioni”: Mazar-e Sharif a nord, Herat ad ovest, Kandahar a sud e Laghman ad est.
L'attuale contributo italiano prevede un impiego massimo di 145 mezzi terrestri e 8 mezzi aerei. Il Train Advise Assist Command West (TAAC-W) di Herat cura le attività di addestramento, assistenza e consulenza a favore delle istituzioni e delle forze di sicurezza locali concentrate nella Regione Ovest mentre il personale delle forze armate presente nell'area di Kabul ricopre prevalentemente incarichi di staff presso il Comando Resolute Support, il Comando Special Operation Force e Italfor Kabul.
I militari che operano all'interno dei Comandi di vertice della missione RS garantiscono la funzionalità del Comando e controllo in ambito multinazionale e il supporto a ministeri, Comandi e Scuole di addestramento afgani ubicati nella capitale.
L'area di responsabilità italiana in cui opera il TAAC-W è un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il Nord Italia) che comprende le quattro province di Herat, Badghis, Ghor e Farah. La componente principale delle forze nazionali è attualmente costituita da personale dell'Esercito italiano proveniente dalla Multinational Land Force su base Brigata Paracadutisti "Folgore", con un contributo di personale e mezzi dell’Aeronautica militare, Marina militare e Arma dei Carabinieri.
Nel TAAC-W sono presenti diversi assetti. La Task Force Arena rappresenta la forza di manovra ed il Comando logistico di Teatro, con sede a Herat e operante nell'area di responsabilità del TAAC-W, su base 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore dal 26 gennaio 2021. La Forward Support Base (FSB) è la componente nazionale interforze, su base Reggimento Logistico “Folgore”: si occupa degli aspetti gestionali e logistici di carattere strettamente nazionale. La Joint Air Task Force (JATF) gestisce l'APOD di Herat e tutti gli assetti dell'Aeronautica militare lì dislocati mentre la Task Group Fenice, su base 7° Reggimento Aves "Vega", è l'unità dell'Aviazione dell'Esercito che gestisce gli assetti schierati in Teatro. Il Centro amministrativo d'intendenza assicura il supporto giuridico, tecnico e amministrativo al Contingente.
Per l’Afghanistan si prospetta “un anno di importanza cruciale”, ha detto poche settimane fa il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, “in ragione dei recenti sviluppi, quali l’accordo di Doha tra Usa e Talebani e l’avvio dei colloqui di riconciliazione nazionale intra-afgani, in un contesto che vede purtroppo la prosecuzione delle violenze e gli effetti della presenza attiva di network terroristici internazionali, quali Al-Qaeda e Isis”, In ogni caso, “sul futuro impegno in Afghanistan dobbiamo decidere insieme, come abbiamo sempre sostenuto, preservando la fondamentale coesione tra gli Alleati, presupposto indispensabile per riflettere sul futuro della Nato nel Paese”.