Esteri

Coronavirus. Messico dove la fame fa più paura del virus.

di Daniele Rosa

Il Governo invoca solidarietà ma gli imprenditori licenziano

’350000 posti di lavoro persi in due settimane, una disoccupazione salita al 5%, persi tutti i posti di lavoro creati nel 2019 e una caduta di 4 punti del PIL ‘ queste le prime stime sulle quali deve fare i conti il Governo messicano di Manuel Lopez Obrador dopo le misure di quarantena imposte fino al 30 aprile per il Coronavirus.

Il virus sta cominciando a diffondersi nel Paese con 4000 casi e 233 morti ma la verità è che la debolezza del sistema economica spaventa la gente molto di più che lo stesso virus.

Perché in Messico i lavoratori sono praticamente senza rete alcuna e il primo appello del Governo agli imprenditori per mostrare solidarietà nell’emergenza con almeno un mese di permesso retribuito è caduto nel vuoto. La maggioranza degli imprenditori è infatti sembrata sorda e chiusa ad ogni azione solidale.

E di questa mancanza di solidarietà gli esempi continuano ad aumentare, dalle grandi catene alberghiere fino alle imprese di costruzioni è uno tsunami di licenziamenti. Licenziamenrti resi più facili da un mercato del lavoro precario e senza rete alcuna.

Coronavirus. In Messico la fame fa più paura del virus

‘Non abbiamo paura del coronavirus, abbiamo paura della fame’ è il grido ricorrente di molti lavoratori licenziati in tronco senza nemmeno aver ricevuto le ultime competenze dovute e uno straccio di liquidazione.

E a Città del Messico, la metropoli più grande del Paese ed anche la più contagiata, la situazione è la stessa. Molte imprese hanno cominciato a lasciare a casa i lavoratori con la scusa di ripararsi dal Coronavirus e poi dal ‘riparo’ al licenziamento il passo è stato breve e rapidissimo. Molto spesso con i lavoratori costretti a firmare ‘dimissioni volontarie’ per non perdere le poche e uniche competenze spettanti.

Ben 150000 persone sono state licenziate al 1 di aprile e la maggior parte con una rapida telefonata senza possibilità alcuna di contraddittorio..

L’idea di portare le aziende di fronte ai Tribunali del Lavoro risulta per tutti una costosa e inutile perdita di tempo.

In piena emergenza da virus si trova infatti pure la Giustizia e pure quella del Lavoro.

E’ chiaro a tutti che un caso di licenziamento di questo genere, per Coronavirus, potrebbe risolversi, a favore o a sfavore, non prima di 4 anni.

E la fame, soprattutto in Messico, non aspetta le sentenze.