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Esteri
Salvini e Bolsonaro (Presidente Brasile): scambio di tweet su Battisti

 

Che ci sia una mutazione epocale nella comunicazione è da tempo sotto gli occhi di tutti. I social ormai hanno quasi completamente sostituito quello che una volta si chiamava comunicazione istituzionale. Un esempio eclatante è stato quello avvenuto ieri con protagonisti il Ministro dell’Interno Matteo Salvini e il nuovo Presidente della Repubblica del Brasile, Jair Bolsonaro.

Come noto, la vicenda riguarda un terrorista italiano condannato all’ergastolo e che si trova libero dal 2010 in Brasile, Cesare Battisti.

Salvini cinguettava:

“Un ergastolano che si gode la vita, sulle spiagge del Brasile, alla faccia delle vittime, mi fa imbestialire! Renderò grande merito al presidente Bolsonaro se aiuterà l’Italia ad avere giustizia, ‘regalando’ a Battisti un futuro nelle patrie galere”.

Al che, solo 19 minuti dopo, Bolsonaro rispondeva:

“Grazie per la vostra considerazione, Ministro dell’Interno d’Italia. Lascia che tutto si normalizzi brevemente nel caso di questo terrorista assassino difeso dai compagni degli ideali brasiliani! Conta su di noi!”.

La “normalizzazione” a cui si riferiva il Presidente Jair è probabilmente quella della decisione presa dal giudice del Supremo tribunale federale (Stf) Luiz Fux che ha ordinato l'arresto di Battisti che, nel frattempo, si è reso nuovamente latitante e che si è sempre dichiarato innocente.

La polizia lo ha cercato a Cananela, nello Stato di San Paolo, ma inutilmente. Il 3 novembre scorso Battisti aveva inviato una foto dalla sua residenza al Corriere della Sera, mostrando un giornale brasiliano, “O Estado de S. Paulo” con la data ben visibile (modello anni di piombo) e scrivendo: “sono qui e non ho intenzione di fuggire”, ma da quel giorno se ne sono poi perse le tracce.

Del resto, lo stesso Jair aveva annunciato che se fosse stato eletto avrebbe estradato Battisti, dopo la protezione goduta precedentemente dall’ex Presidente Lula da Silva, ora in carcere.

Il presidente uscente, Michel Temer ha già firmato il decreto essendo d’accordo anche lui sull’estradizione.

C’è da chiedersi quale sarà, col tempo, il ruolo degli apparati comunicativi istituzionali, compresi gli uffici stampa, visto che ormai il dialogo avviene in diretta ai massimi livelli mondiali nella propria lingua, grazie al traduttore automatico.

Non sorprenderebbe in questi tempi di politica social che lo stesso Battisti intervenisse dicendo la sua e comunque saranno tempi duri per la diplomazia mondiale.

 

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