Food

Delivery, non solo cibo: a domicilio arrivano anche colonie di 200 batteri

a cura di Redazione

L'analisi effettuata sugli zaini dei rider su richiesta del Gambero Rosso fa emergere quanto l'igiene passi in secondo piano nei servizi di food delivery

"C'è un clamoroso buco nella filiera del delivery: riguarda la sicurezza alimentare e l'igiene dei contenitori dove viene riposto il cibo durante il trasporto. Le norme ci sono e anche stringenti, purtroppo però le aziende di fatto non le rispettano", spiega il Gambero Rosso. Non sempre, infatti, il cibo preparato dal ristorante dopo l'ordinazione viene confezionato con un packaging ermetico, e spesso le pietanze entrano in contatto diretto con il box. Succede più spesso di quanto si pensi. Basti pensare alle pizze, per esempio, con i cartoni che vengono depositati direttamente sul fondo del borsone e non sempre sono ben sigillati. Inoltre, c'è anche il rischio di "inquinamento" degli alimenti che si accresce ulteriormente con la mancanza di pulizia del contenitore nei casi di consegna di generi diversi dal food, come cosmetici, fiori, farmaci o sex toys. 

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Per legge, i rider sono obbligati a seguire un corso di formazione su igiene e sicurezza alimentare, ma mancano i controlli da parte delle autorità competenti, oltre che una formazione completa del personale sulle regole di igiene e sicurezza degli alimenti, a livello nazionale ed europeo. Così la responsabilità ricade sul singolo rider che, già affaticato e sottopagato, deve anche preoccuparsi di pulire accuratamente la sua sacca, operazione che richiede peraltro tempo e particolare precisione. "Un macroscopico e scandaloso scarico di responsabilità unidirezionale, dall'alto verso il basso. Anzi dall'altissimo al bassissimo", scrive la rivista. E a pagarne le conseguenze, infine, sono i consumatori che devono convivere con l'incertezza di aver ricevuto un prodotto sicuro e lontano da ogni rischio di contaminazione.