Food
Valtellina: enogastronomia, turismo e ambiente come modello da esportare
Il food traina l'economia del territorio: dalla bresaola ai formaggi degli alpeggi, dai vini fino ai prodotti della terra sui terrazzamenti delle colline
Un angolo di paradiso abbracciato dalle montagne, che unisce in un immaginario “ferro di cavallo” località simbolo del turismo d’alta quota come Madesimo (a Ovest) e Livigno (a Est) e che si candida a diventare “modello” di sviluppo sostenibile per il Paese.
E’ la Valtellina, territorio della provincia di Sondrio che ha fatto del legame virtuoso tra ambiente, enogastronomia e turismo il fattore chiave di crescita “felice”. Non a caso Bormio, uno dei più noti gioielli locali, è stata scelta per ospitare i prossimi 4 e 5 giugno la due giorni del Forum Food & Beverage promosso da The European House - Ambrosetti, che quest’anno sarà incentrato proprio sulla triade agroalimentare, alimentazione e sport. Elementi particolarmente preziosi per un Paese come l’Italia, prima destinazione enogastronomica al mondo, indicata come meta preferita da turisti cinesi, americani e tedeschi. Ma cosa rende la Valtellina un modello da “esportare”? Anzitutto la ricchezza e peculiarità di un territorio che, per il fatto di essere attraversato dall’aria tersa e fresca che discende dalle Alpi, produce un numero considerevole di eccellenze del Made in Italy, dalla Bresaola (80% di tutto il prodotto nazionale) e dalle mele Igp, ai Dop degli alpeggi del Casera e del Bitto ai Pizzoccheri Igp, il piatto della tradizione contadina. Gioielli figli di un ambiente unico, trasformato con rispetto dalle mani dell’uomo. Si trova infatti qui la più vasta area terrazzata d’Italia (2.500 km di muretti a secco di vigne), candidata ad essere iscritta fra i beni Unesco come Patrimonio culturale dell’Umanità.
Cultura ed enogastronomia, ma anche tangibile riscontro economico: il settore agroalimentare in provincia di Sondrio, “capoluogo” della Valtellina, genera infatti un valore rilevante sul territorio, con un’incidenza superiore alla media nazionale e di altre regioni italiane. Secondo dati elaborati da The European House - Ambrosetti, la provincia di Sondrio ha un’incidenza del numero di imprese attive nel settore agroalimentare (quasi 2.500, il 18,7% del totale delle imprese del territorio) di 3,3 volte superiore rispetto alla media della Lombardia, un’incidenza del numero di occupati (oltre 6.500, l’11,7% del totale degli occupati della provincia) superiore di 3,5 volte alla media della Lombardia, mentre l’incidenza dell’export (96,3 mln, il 13,3% del totale della provincia) è quasi doppia se confrontata con quello della regione di appartenenza. Infine, è la 1° provincia lombarda per numero di prodotti agroalimentari tradizionali (42, il 16% dell’intera Regione). Anche il confronto con il resto d’Italia è particolarmente lusinghiero: l’analisi dei bilanci delle aziende Food&Beverage del territorio mostra come il comparto in provincia di Sondrio cresca oltre tre volte più veloce dei benchmark. Tra il 2015 e il 2019 il fatturato delle aziende è cresciuto del 6,2% (contro un +1,4% del settore in Lombardia e un +1,8% in Italia), la creazione di valore aggiunto del 6,5% (contro +2,3% della Lombardia e +2,6% dell’Italia), l’occupazione del 4% (contro lo 0,6% della Lombardia e l’1,6% dell’Italia).