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Osservatorio ANBI, Vincenzi: "L'obiettivo dev'essere l'Europa dell'acqua"
Il tema sarà al centro di uno dei panel di discussione della prima giornata dell’annuale Assemblea ANBI, prevista a Roma per il 4 e 5 luglio
Osservatorio ANBI, torna l'allerta siccità che sta infiammando Penisola Iberica e Nordafrica. Secondo Vincenzi "necessaria Europa dell'acqua"
Le riserve idriche dovrebbero essere sufficienti a soddisfare i fabbisogni idrici estivi, ma la fine delle piogge ha visto, in soli 7 giorni, i livelli dei grandi laghi tornare sotto media e la portata del fiume Po praticamente dimezzata: a dirlo è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che richiama l’attenzione su come, secondo il Joint Research Center, il 37,3% dei territori europei sia classificato “arancione” (warning) ed il 10,2% sia addirittura in “zona rossa” (alert). La maggioranza di tali aree si trova nella Penisola Iberica, che nei primi 6 mesi del 2023, per via del caldo anomalo e della scarsità di piogge, ha subito un netto calo nei raccolti delle colture invernali ed ha visto ridursi drasticamente le aree deputate alle colture estive. In Spagna, nel bacino del fiume Guadalquivir c’è il 23,8% dell’acqua generalmente registrata, in quello della Guadiana si è al 31,9%, nel Guadalete-Barbate si tocca il 25,3%, mentre in Catalogna si arriva al 25,6% (fonte: CNR Drought Observatory).
La situazione attuale di Spagna e Portogallo è nettamente peggiore del già drammatico 2022 e anche nel nordafricano Maghreb, dove le temperature sono di 2 gradi e mezzo più alte della norma, si sta affrontando la peggiore siccità stagionale dei recenti decenni. "Sarà proprio la necessità di far nascere un’Europa dell’acqua, il tema di uno dei panel di discussione, previsti nella prima giornata dell’annuale Assemblea ANBI, in calendario a Roma per il 4 e 5 Luglio", anticipa Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue. "Per quanto riguarda l’Italia, i dati evidenziano un quadro di sostanziale decrescita per la maggior parte dei corpi idrici; le piogge di maggio ed inizio giugno hanno migliorato la condizione complessiva, ma non è certo il caso di lasciarsi andare ad un facile ottimismo poichè, ancora una volta, solo una minima parte degli apporti d’acqua è stata immagazzinata".
"Come prevedibile, andando verso i mesi più caldi, rischiamo di rimpiangere la grande massa d’acqua, lasciata terminare inutilizzata in mare, senza considerare i gravi danni causati in molti territori", aggiunge
Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI. "Di fronte alle conseguenze della crisi climatica non possiamo che ribadire l’urgente necessità di avviare una strategia per dotare il Paese di infrastrutture multifunzionali atte a gestire l’acqua, stoccandola quando arriva per utilizzarla nei momenti di bisogno. Il Piano Laghetti proposto da ANBI e Coldiretti è a disposizione".
Calano repentinamente i livelli dei principali bacini del Nord: lago Maggiore, -cm. 17; lago di Como, -cm.28,3 e solo 51,8% di riempimento; lago di Garda, -cm. 4,5; lago d’Iseo, -cm. 24,5. In Valle d’Aosta, a causa dello scioglimento delle ultime nevi, la portata della Dora Baltea torna a crescere, favorita dal deciso innalzamento delle temperature (a 1500 metri le massime superano i 25 gradi e le minime non scendono al di sotto dei 10°). Un improvviso calo di portata si registra invece per tutti i fiumi piemontesi con Tanaro e Pesio addirittura dimezzati. Va evidenziato che, pur decrescendo, l’Orco mantiene un flusso di oltre 18 metri cubi al secondo quando, un anno fa, la portata di questo periodo era pari a mc/s 1,6.