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Marketing musicale: i 15 errori più gravi della storia, da Sanremo ai Beatles

Di Lorenzo Zacchetti

Il talento non basta: anche i migliori artisti possono commettere gravi errori sul piano commerciale, comunicativo e del management

12) Bill Gates: anche i ricchi piangono

zune
 

Quella tra Apple e Microsoft è sempre stata una lotta a tutto campo e la musica non fa eccezione. Nel 2006, per rispondere all'enorme successo dell'iPod, l'azienda di Bill Gates lanciò sul mercato americano il mediaplayer Zune, sul quale nutriva grandi speranze. Rispetto all'iPod aveva infatti interessanti funzionalità aggiuntive: al momento del lancio era l'unico lettore in grado di scambiare dei file con altri device, grazie alla connessione WiFi. Il 2007 avrebbe dovuto essere l'anno dello sbarco in Europa, ma i bassi volumi di vendita cambiarono i piani di Microsoft e quindi dalle nostre parti Zune non si è mai visto. Nonostante l'aggiornamento del prodotto con modelli di memoria più ampia, nel 2008 lo Zune era ancora relegato a una misera quota del 4% del mercato statunitense. Nel 2011 la sua produzione è cessata definitivamente.

 

11) La Pepsi e lo zucchero amaro dei Rolling Stones

Il successo di uno spot pubblicitario è spesso legato alla musica scelta come colonna sonora. Ma a volte queste scelte sono clamorosamente improprie. Un caso eclatante è la Pepsi, che nel 1998 per la campagna della sua famosa bevanda scelse “Brown Sugar” dei Rolling Stones. L’intenzione era riferirsi al gusto dolce che si ottiene mescolando lo zucchero grezzo con la melassa, ma nello slang “Brown Sugar” indica un particolare tipo di droga. Non solo: il testo del brano fa riferimenti molto espliciti a stupro, sesso interraziale e violenza, ragione per la quale negli ultimi anni gli Stones hanno accuratamente evitato di suonarlo nei loro concerti. Un abbinamento non certo efficace per un brand popolare tra le famiglie di tutto il mondo.