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Rai, Merlo-Siddi: chi è senza peccato scagli la prima pietra

La Rai tra contrasti e conflitti (d'interesse)

Cortocircuito Rai. La nomina di Francesco Merlo alla vice direzione editoriale ha scatenato l'Usigrai e il consigliere Franco Siddi, ex presidente della Fnsi che oggi siede nel cda.

Carlo Verdelli, il direttore editoriale, avrebbe scelto un team che, oltre a 5 interni, comprende due giornalisti che con la Rai non hanno nulla a che fare: oltre a Merlo, Diego Antonelli (dall'Ansa). Uno schiaffo all'Usigrai, che spinge promozioni interne. Come ricordato dal consigliere Pd Anzaldi ad Affaritliani.it, “con Merlo e Antonelli i dirigenti esterni assunti fino a oggi sarebbero 21. Le modifiche allo Statuto introdotte lo scorso gennaio, però, impongono un tetto del 5% di esterni sul totale degli interni, che sono 252. Quindi la Rai non dovrebbe avere più di 13 dirigenti esterni”. Per Merlo, poi, il problema è duplice. In quanto pensionato non potrebbe percepire stipendio da una società pubblica. Difficile però che accetti un incarico gratis.

A distendere i toni non sarà certo utile un articolo del 2014 ripescato da Il Giornale nel quale Merlo definisce la Rai “il pozzo dove si annida da sempre il potere italiano”, “la madre di tutte le raccomandazioni”, “la torta per eccellenza di tutte le spartizioni”. E punta la penna contro i giornalisti di Viale Mazzini, la categoria più “servile”, “più pagata e pletorica d’Europa”. Mentre a Renzi dà il merito di non aver puntato su “emissari governativi travestiti da giornalisti”. Niente male come biglietto da visita. Perché, come vice direttore editoriale, quella pletora dovrà governarla.

Tra i contestatori più accesi, nel cda si è distinto Franco Siddi, che ha lasciato il board davanti alle proposte di Antonio Campo Dall'Orto. Siddi ha passato una vita nella Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti, prima come presidente e poi come segretario. Oggi non ha ruoli operativi. Resta però “consigliere di diritto”, con un ruolo consultivo ma (dopo una lunga carriera) un'intatta capacità d'influenza. Nella stessa Federazione che ha pubblicato un comunicato congiunto con l'Usigrai: “I vertici del servizio pubblico erano arrivati annunciando innovazione e riforme invece assistiamo soltanto all'occupazione di poltrone e a spese aggiuntive sul bilancio della Rai”.

Al doppio incarico (di consigliere Fnsi e Rai) se ne aggiunge un terzo: dallo scorso dicembre, Siddi è anche presidente dell'Associazione Confindustria Radio Televisioni, organismo che riunisce ventuno aziende. Ricapitolando: siede nel cda Rai, rappresenta le aziende tv (tutte) e conserva un ruolo nel sindacato. Una posizione verso cui l'Usigrai non ha protestato. Chiaro che, in quanto membro in carica, Siddi ha tutto il diritto di protestare contro Campo Dall'Orto. Ma avrebbe più forza se non muovesse da una posizione anomala almeno quanto quella di Merlo. Come diceva Baltasar Gracián: “Chi non è casto sia almeno cauto”.  

@paolofiore