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Rai, Salini Terminator sui Tg di Viale Mazzini: "Costosi e poco efficienti"

Marco Zonetti

Cinque o sei cronisti inviati per lo stesso evento, mezzi poco flessibili, scarso appeal per i giovani, il dg Rai spara a zero a casa sua

Fabrizio Salini Terminator continua nel suo (per ora annunciato) percorso di stravolgimento della Rai. E nel suo piano industriale, come fa notare Aldo Fontanarosa su Repubblica, se la prende financo con l'informazione di Viale Mazzini, delineandone le pecche e le debolezze. 

Una su tutte, la consuetudine dei notiziari delle varie reti Rai di inviare più cronisti (spesso 5 o anche 6) a coprire lo stesso evento, risultando in un sovraffollamento di informazioni che finiscono per accavallarsi a svantaggio dell'utente (e con notevole dispiego e dispendio di mezzi).

Il direttore generale critica anche la scarsa attrattiva che i telegiornali Rai avrebbero sul pubblico giovane. I notiziari funzionano sul pubblico oltre i 44 anni (67% di share), ma se si scende di età, Mediaset ottiene una migliore performance mentre la Rai sprofonda al 22%. Addirittura, Studio Aperto su Italia 1 farebbe meglio del Tg2. (Cosa che non dovrebbe stupire poi più di tanto, visto che Italia 1 da sempre è rivolta al pubblico dei giovani e dei giovanissimi, assai più della seconda rete Rai, ma tant'è). 

Salini stigmatizza anche i costi, sottolineandone la lievitazione nell'ultimo anno, dopo un ridimensionamento tra il 2013 e il 2015, e i mezzi tecnici a disposizione delle varie testate, ritenuti dall'Ad inadeguati, pesanti e poco flessibili. Da ultimo Salini Terminator attacca la "mentalità" dei cronisti, attenti soltanto ai telegiornali e non focalizzati sulle esigenze dei siti d'informazione. 

In un Paese come l'Italia, in perenne campagna elettorale e con chiamate alle urne a scadenza quasi mensile, l'informazione pubblica radiotelevisiva è a dir poco cruciale, e cambiarne radicalmente la natura influirebbe anche sulla veicolazione del consenso e della formazione della pubblica opinione sulle dinamiche istituzionali e dell'opposizione (interna ed esterna all'esecutivo). In questo senso, il riferimento negativo di Salini (in quota grillina) al Tg2 è forse una frecciatina neanche tanto velata a Gennaro Sangiuliano (voluto dalla lega alla guida del notiziario della seconda rete)? Mentre infuria la fratricida guerra sotterranea tra M5s e Carroccio  per il dominio incontrastato della Rai (e soprattutto dell'informazione, guarda caso), è lecito domandarselo.