Medicina
Riapertura delle scuole, FNOPI: "Servirebbero 9.000 infermieri scolastici"
"Prendiamo esempio da quanto avviene all'estero: queste figure servirebbero sia per il Covid-19 che per i circa 246.000 alunni disabili che ci sono in Italia"
Riapertura delle scuole in Europa, FNOPI: ecco perché bisogna puntare sull’infermiere scolastico
La riapertura delle scuole, prevista per il prossimo 14 settembre, sta causando ampie discussioni, perché ancora sono molti i dubbi e le incertezze riguardante un passaggio così importante.
Il ministro della Salute Roberto Speranza e la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina sono continuamente sollecitati da diverse fonti. Ora anche FNOPI (Federazione Nazionale Ordini delle Professioni Infermieristiche) prende posizione sulla riapertura delle scuole, anche facendo tesoro di quanto sta avvenendo all'estero: "ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) e ISS (Istituto superiore di Sanità) parlano chiaro".
L'ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) pone tra gli organici degli istituti per il controllo sanitario l’infermiere scolastico, figura già istituita per legge in Spagna, diffusa regolarmente negli Stati Uniti e comune a molti altri paesi europei.
L'ISS (Istituto superiore di Sanità) prevede che, ferme restando le competenze di diagnosi e cura dei medici, sia identificato un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, che tenga un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richieda la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnali eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. E lo identifica dal punto di vista della salute anche tra assistenti sanitari, infermieri, medici presenti nei dipartimenti di prevenzione con il compito, in collegamento funzionale con i medici curanti degli alunni, di supportare la scuola e i medici curanti per le attività del protocollo per l’assistenza a scuola. Il referente farà da riferimento per un contatto diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato (referente scolastico per Covid-19) e con il medico che ha in carico il paziente.
"Ciò che in Europa fanno, appunto gli infermieri", commenta il comunicato di FNOPI.
La presidente Barbara Mangiacavalli aggiunge: “Domani il ministro della Salute Roberto Speranza parteciperà a una Conferenza internazionale promossa dall’OMS Europa che ha all’ordine del giorno proprio la riapertura delle scuole. L’obiettivo è dare indicazioni su procedure che potranno essere condivise, al di là delle differenti situazioni dei Paesi dell’Unione. In questo ambito valgono le considerazioni dell’ECDC e il modello disegnato dall’ISS. E la nostra Federazione assicura la massima collaborazione alle istituzioni per consentire una riapertura in sicurezza delle scuole”.
La proposta della FNOPI è dotare ogni istituzione scolastica (la sede principale della scuola: in Italia sono poco meno di 9.000 e raccolgono i circa 57.000 istituti di istruzione statali e parificati del Paese) di un infermiere scolastico con un ruolo proattivo rispetto alla salute degli alunni. Un infermiere che di fatto c’è già: è l’infermiere di famiglia e comunità.
In sostanza l’infermiere scolastico, in questa veste, sarà presente nei plessi e potrà agire proattivamente e non solo su chiamata per verificare la corretta applicazione delle misure anti-Covid, ma anche la salute e i bisogni assistenziali degli alunni (e del personale docente) non-Covid (in Italia ci sono circa 246.000 alunni con disabilità che necessitano di assistenza), allertando e attivando in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione a cui il plesso scolastico fa riferimento.
La funzione dell’infermiere scolastico così organizzato non è un nuovo ruolo da inserire, ma una componente di quello dell’infermiere di famiglia e comunità introdotto dal Patto per la Salute e dal decreto Rilancio, proprio per la caratteristica di “comunità” delle scuole. Oltre all’assistenza, coordina e supervisiona le persone che fanno parte della rete assistenziale della comunità, opera in sinergia con le organizzazioni, i medici di medicina generale e gli altri professionisti, collabora con il medico di medicina generale, con i professionisti di servizi socioassistenziali e il volontariato, progetta e attiva iniziative di promozione della salute, applica strategie e metodi educativi a gruppi di persone, per il miglioramento di abitudini e stili di vita e per il self-management.
“L’infermiere scolastico – aggiunge Mangiacavalli - promuove la salute: aiuta gli individui ad avere i mezzi e le conoscenze per un maggior controllo sul loro livello di salute. Avere un professionista infermiere a scuola garantisce il rispetto dei diritti di tutela alla salute e diritto allo studio; trasmette una maggiore sicurezza ai genitori che vedono preso in carico globalmente il proprio figlio e si riduce l’assenteismo dovuto alla somministrazione delle terapie”
“Secondo l’American Academy of Pediatrics – aggiunge - gli infermieri scolastici moderni, valutano i problemi di salute, assistono gli studenti con speciali esigenze di assistenza sanitaria, partecipano alla gestione delle emergenze e delle situazioni urgenti, gestiscono lo screening sanitario, l’immunizzazione e la segnalazione di malattie infettive, identificano e gestiscono i bisogni di assistenza sanitaria cronica”.
“Inoltre, gli infermieri scolastici – conclude Mangiacavalli - sono i principali operatori sanitari per gli studenti che vivono in aree rurali e disagiate a cui manca l’accesso all’assistenza sanitaria e svolgono un ruolo fondamentale nella comunità per identificare bisogni sanitari insoddisfatti e favorire la relazione tra salute e istruzione”