Carfagna e Boschi: Mara rigorosa e istituzionale, Maria Elena fa la "modella"
Il destino speculare delle due esponenti politiche, da reginette dei calendari a regine delle istituzioni. E viceversa
"Da reginetta dei calendari a regina delle istituzioni: la rivincita di Mara Carfagna. Si potrebbe intitolare così una cronaca che racconti l'ascesa personale e politica della 43enne ex show-girl ora divenuta seria e inflessibile vicepresidente della Camera dei Deputati, dopo un mandato di Ministro delle Pari Opportunità, lodato dai più. La rigorosa reprimenda istituzionale a Matteo Salvini, lanciata dallo scranno della Presidenza della Camera dei Deputati dall'Onorevole Carfagna mentre sostituiva Roberto Fico, ha lasciato stupiti i suoi antichi detrattori (ora acerrimi nemici del leader del Carroccio), che l'hanno subissata di elogi sui social network.
Gli stessi che qualche anno fa, durante il suo mandato di Ministra voluta espressamente dall'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la riempivano d'insulti sfociati in un pubblico massacro a Piazza Navona, con sedicenti attrici comiche che muovevano ai suoi danni sordide e gravissime illazioni d'ogni genere. Illazioni che finirono in Tribunale e in ultima analisi con la condanna a risarcire l'ex Ministra per 40mila euro.
Ma la bacchettata al vicepremier Salvini è soltanto l'ultimo esempio dell'inflessibile serietà dell'onorevole Carfagna, dimostrata numerose volte in occasione delle sue ospitate televisive, nelle quali la rappresentante politica salernitana si è sempre distinta per capacità dialettiche e competenza. Approdata a Palazzo Chigi nel maggio 2008, Mara Carfagna diede peraltro prova di una trasformazione totale (indicativa della sua non comune intelligenza): via la chioma selvaggia e largo a un semplice caschetto bon chic bon genre, quindi addio alle mise sexy e benvenuti sobri tailleur pantalone che non lasciano scoperto neanche mezzo centimetro di pelle. Zittendo chi la infangava con ogni genere d'insinuazioni, l'allora Ministro delle Pari Opportunità iniziò quindi a sfoggiare un eloquio forbito e a snocciolare il proprio sapere, dimostrandosi in ultima analisi una esponente istituzionale puntuale e capace, in ultima analisi acclamata dagli stessi avversari politici.
Da reginetta dei calendari a regina delle istituzioni, dunque. Un percorso che sembra invece intraprendere alla rovescia un'altra ex titolare di un Dicastero, nel suo caso delle Riforme Istituzionali, ovvero Maria Elena Boschi. Ha destato stupore la decisione della deputata dem di farsi ritrarre da Oliviero Toscani in copertina e nel servizio della rivista Maxim, ove compare - niente di osé ma tant'è - financo in camera da letto. Nella cover story della rivista, la Boschi non parla di politica, né della sua esperienza di Ministro, del referendum fallito, di Banca Etruria e così via, ma solo di sé e del suo lato "personale". Come una qualunque reduce da un reality show insomma, e incuriosisce il parallelo con Matteo Renzi, che - ai minimi della popolarità nei sondaggi - si butta a capofitto in una nuova avventura di divulgatore televisivo. Come se lui con il documentario su Firenze e lei con il succitato servizio di Maxim, cercassero una via d'uscita, un piano B, una nuova opportunità al di fuori della politica. Quella politica che li ha visti arrivare in cima al mondo per poi crollare rovinosamente nei consensi, oggi ai minimi storici.
Vista l'attuale malaparata nell'agone politico, per Maria Elena Boschi è forse l'inizio di una carriera nel mondo dello show-business, così come per il suo mentore Renzi? Presto per dirlo. Ma per quanto riguarda l'ex Ministra delle Riforme Istituzionali, incuriosisce il fatto che, mentre Mara Carfagna si lascia definitivamente alle spalle le riviste patinate e i flash dei servizi fotografici per amministrare con piglio risolutivo la Camera dei Deputati quale temuto vicepresidente, ecco che in cover story ammiccanti scevre da ogni riferimento alla politica e alle istituzioni ci finisce Maria Elena Boschi - il cui ingresso a Palazzo Chigi, non dovendo "scontare" come la collega di Forza Italia un passato di soubrette, fu più soft per poi diventare via via un calvario con la perdita di popolarità del renzismo di cui era uno dei volti più esposti. Un calvario che invece la Carfagna affrontò proprio all'inizio della sua avventura politica.
Il destino speculare di due donne belle e intelligenti (pregi che hanno pagato carissimi), che sembra un remake de La fiera delle Vanità, quel "romanzo senza eroi ed eroine" a detta dell'autore William Thackeray, trasposto nell'ondivago covo di serpi che, non meno della Londra bene di metà Ottocento, è la politica italiana.
Iscriviti alla newsletter