Politica
Centrodestra, Salvini e Berlusconi hanno l'Italia in mano. Ecco perché
Centrodestra elezioni, maggioranza per Lega, Fi e Fdi
Diciamo la verità, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi (insieme a Giorgia Meloni) hanno la vittoria in pugno. Il Centrodestra alle prossime elezioni politiche può solo vincere. E se non fa errori avrà la maggioranza in Parlamento per governare per cinque anni l'Italia. Inutile girarci intorno, il Pd è in uno stato a dir poco comatoso e i 5 Stelle arrancano sotto i colpi degli scivoloni della Raggi a Roma e dell'Appendino a Torino. Con il Rosatellum 2.0 il Centrodestra si appresta a conquistare almeno 160-170 deputati e 80-85 senatori (se non di più) solo nella parte uninominale e, quindi, basterà il 38% nel proporzionale per avere la maggioranza a Montecitorio e a Palazzo Madama. Certo, bisognerà vedere se il benedetto vertice a tre si terrà, probabilmente dopo il voto in Sicilia, e se non emergeranno nuove fratture. Poi per il premier varrà la regola condivisa di chi prende più voti.
Ma da dove nasce questa convinzione? In pochi giorni il Partito Democratico è passato attraverso la bufera BankItalia, con la sconfitta del segretario e la perdita di carisma in termini di immagine, con lo strappo del presidente del Senato Pietro Grasso e con il tonfo nei sondaggi legato all'accelerazione sullo ius soli. Senza considerare le polemiche per l'innalzamento dell'età pensionabile. Se la sinistra bersaniana, insieme alla seconda carica dello Stato, riuscisse a formare un cartello elettorale forte e coeso potrebbe, secondo alcune stime (leggi qui), arrivare addirittura al 15% dei voti. A quel punto è evidente che il Pd subirebbe un dimezzamento clamoroso rischiando di perdere praticamente in tutti i collegi uninominali, nonostante la possibile alleanza con l'esiguo Angelino Alfano e con l'inesistente (in termini di consenso) Forza Europa.
Non solo, se poi il governo insistesse mettendo la fiducia sullo ius soli per i Dem sarebbe un ulteriore salasso di voti (leggi qui). Senza dimenticare che l'uscita di Grasso dal Pd potrebbe essere soltanto la prima di una lunga serie (leggi qui). Per i 5 Stelle le cose non vanno certo meglio. Anche ipotizzando che tengano il valore attuale dei sondaggi (25-26%) con la nuova legge elettorale non andranno oltre i 110 deputati e i 55 senatori al massimo, relegati quindi all'opposizione.
Il primo vero banco di prova sono le Regionali in Sicilia di domenica prossima. Se davvero Musumeci (Centrodestra) dovesse staccare di dieci punti Cancelleri (grillino) con Micari (Pd-Ap) intorno al 15% e Fava (sinistra) sopra il 10% ecco che lo scenario descritto diventerebbe altamente probabile. Come si vede ci sono tutte le condizioni per arrivare ad una vittoria del Centrodestra. Sempre che gli egoismi e le gelosie di Forza Italia e Lega non prevalgano e sempre che Berlusconi sia davvero convinto ad archiviare il Patto del Nazareno e a scommettere senza se e senza ma sull'alleanza con il nuovo Carroccio nazionale, anche se Salvini arrivasse primo nel proporzionale rivendicando un minuto dopo la guida dell'esecutivo.