Politica
Mosca, Terzi (FdI): "Ricostruire alleanza? Sanzioni compensandone gli effetti"
Intervista a Giulio Terzi, diplomatico di professione, Ambasciatore in Israele, alle Nazioni Unite e negli USA, ed ex Ministro degli Esteri
Giulio Terzi è candidato al Senato nella coalizione di centro-destra, per Fratelli d'italia, nella Circoscrizione Bergamo-Brescia
Intervista di Affaritaliani.it a Giulio Terzi, diplomatico di professione, Ambasciatore in Israele, alle Nazioni Unite e negli USA, ed ex Ministro degli Esteri: oggi è candidato al Senato nella coalizione di centro-destra, per Fratelli d'italia, nella Circoscrizione Bergamo-Brescia.
Ambasciatore, l’autunno è alle porte, le sanzioni occidentali stanno mettendo a dura prova anche l’occidente a causa dei rincari e delle speculazioni sul gas. Come uscirne?
"Ha usato una parola molto centrata: speculazioni. L’azione del nuovo Governo che sarà in carica dopo le elezioni, adeguatamente concertata in sede UE, dovrà affrontare con immediatezza e fermezza questo aspetto imprescindibile. È pericoloso per tutti che l'energia venga usata come un'arma di ricatto a spese del portafoglio di decine di milioni di cittadini. Ed è altrettanto preoccupante che alcune forze politiche evochino, per mero tornaconto elettorale, fantasmi di instabilità finanziaria qualora non fossero loro a governare, contribuendo così a incoraggiare speculazioni che rialzano ulteriormente i tassi di interesse sul debito pubblico rischiando di innescare spirali negative. Il messaggio di tutte le forze impegnate nella competizione elettorale dovrebbe invece essere molto chiaro e riflettere all'estero una visione rassicurante circa le misure che riguardano la finanza pubblica e le politiche di bilancio italiane".
Con riguardo ai rapporti dell’Occidente con Russia e Cina lei non è certamente un “ortodosso” dell’ultima ora: le sue posizioni critiche datano anni. Ha visto lungo?
"La situazione era nota da tempo, ma in Europa, nei mondi della politica, dell'economia e dell'informazione si era radicata fino al 24 febbraio scorso, e può ancora riemergere, una pericolosa indifferenza, nell'illusione che quanto sta avvenendo possa restare estraneo alle nostre vite senza turbarle. Gli obiettivi neo-imperiali di Mosca sono chiarissimi, dichiarati e perseguiti militarmente. Nel mirino di Putin sono la sovranità, le condizioni di vita e la sicurezza di tutti i cittadini Europei, non soltanto dei polacchi, dei baltici e degli altri cittadini dell’Est, che pure tutti i Paesi dell'Alleanza Atlantica e dell'Unione Europea devono sostenere e a difendere. Troppi errori e debolezze nelle politiche euro-atlantiche hanno incoraggiato il Presidente Putin - e in Asia il Presidente cinese Xi Xijinping - a fare mosse decisive e pericolose per l'intero Occidente: violenze al popolo Ucraino, ricatto energetico per europei che vengono privati di una risorsa vitale per la loro economia, crisi alimentare a causa del blocco dei porti ucraini e dell'utilizzo strumentale delle forniture cerealicole da parte di Mosca, e altri attacchi alla nostra sovranità e stabilità. La tendenza a ignorare, in Occidente, il ripetuto uso della forza motivato da pulsioni tardo-imperiali di Mosca è stata evidente nel 2008 durante l'invasione e successiva annessione di parte della Georgia alla Russia, è proseguita nel 2014 con quella della Crimea, è sfociata lo scorso 24 febbraio nell'aggressione all’Ucraina, paese sovrano nel cuore dell'Europa. Le sanzioni stanno già mettendo a dura prova la Russia sul fronte della produzione di tecnologia per le Forze Armate, per l’industria aerospaziale e per altri comparti strategici, ma un impatto veramente condizionante sull'intera economia russa non avrà luogo che nei primi mesi del 2023, e solo a condizione che la coesione euro-atlantica si mantenga, soprattutto nell'esclusione degli acquisti di gas e petrolio russi, che in ogni caso nessun governo europeo dovrebbe più considerare - nonostante alcune voci fuori dal coro - dopo la brutale dimostrazione che il ricatto del gas viene usato dal "fornitore monopolista" russo come arma geopolitica di enorme portata. C'era bisogno di tanto per capirlo? Dobbiamo perseverare e procedere rapidamente verso una nuova politica europea dell'energia i cui primi importanti passi stanno per concretizzarsi. Solo così porteremo Putin al tavolo di un vero negoziato, arrivando alla cessazione delle operazioni militari, e con l'obiettivo ambizioso - di medio periodo - di ricostruire, passo dopo passo, un sistema di "sicurezza cooperativa" di cui Mosca torni anche ad essere partner convinto e affidabile. Ovviamente è necessario prevedere compensazioni concrete per i paesi più esposti e per le imprese che più soffrono questa anomala situazione, ma non esiste altra strada".
Lo “Stato di diritto” è da sempre un tema che le sta molto a cuore. Come incrocia con il posizionamento geopolitico del nostro Paese?
"Il concetto di Stato di diritto non è “teorema astratto”. Elementi come la libertà di stampa, il rispetto delle minoranze, lo spazio di espressione per chi dissente, una magistratura indipendente e non corrotta, il rispetto dei patti ratificati nei trattati internazionali, e in generale un atteggiamento non arrogante verso i propri cittadini e i Paesi partner, sono la cifra delle democrazie liberali ma sono anche la cifra di tutte quelle nazioni dove il business può prosperare sul lungo periodo senza problemi. Diritti e prosperità sono quindi un binomio inscindibile".
Lei ha deciso di correre per il Senato nelle fila di Fratelli d’Italia, nella Circoscrizione Bergamo-Brescia, citta tra l’altro protagoniste come Capitali nazionali della cultura 2022. Da Ambasciatore in Israele, alle Nazioni Unite e negli Stati Uniti, e ancor prima da diplomatico nel settore economico in altri paesi, e anche come Ministro degli Esteri, ha avuto opportunità di operare in sostegno del sistema produttivo e scientifico italiano, e Lombardo in particolare: peraltro, la Bresciana e la Bergamasca sono zone che conosce molto bene, la sua famiglia vive li da sempre. Quali aspetti della sua esperienza pensa di poter portare come “dote” in Parlamento, qualora venisse eletto?
"In primo luogo, la consapevolezza che il mondo è incredibilmente interconnesso, anche se la cosa può non piacerci, e che ciò che accade in Libia, in Iran, Afghanistan, in Cina o altrove, ci riguarda direttamente e da vicino, basti ricordare l’impatto delle migrazioni e la vergognosa tratta illegale dei migranti, che va fermata con ogni mezzo possibile, alimentata appunto dalla scarsa stabilità degli Stati sub-sahariani, prima ancora che della Libia. In secondo luogo il tema dei diritti umani fondamentali e dello Stato di Diritto non può essere disgiunto dalla politica estera italiana: costruiremo stabilità e prosperità solo difendendo i valori occidentali di equità, giustizia e libertà, non ammiccando di volta in volta al dittatore di turno per un tornaconto di breve termine. C’è poi un tema per me centrale : tutelare la sovranità del nostro Paese attraverso un presidio adeguato del perimetro di sicurezza nazionale. Le scorribande cyber in Italia da parte di entità straniere, ragionevolmente riconducibili a Stati ostili alla democrazia liberale, che violano sistematicamente i nostri server e propagano messaggi politicamente orientati cercando di influenzare le libere scelte dei cittadini italiani, devono essere contrastati e terminare il prima possibile. Lo stesso dicasi per quanto concerne il grande tema della sicurezza dei dati informatici, della proprietà intellettuale, e della ricerca scientifica nazionale: un enorme patrimonio di ricchezza che viene in parte sottratto attraverso il dominio cyber da parte di entità esterne al perimetro Euro atlantico. Su questi punti occorre una efficace strategia e una piena volontà politica di realizzarla".