Politica
Hezbollah con la cittadinanza italiana, i finti avi per ottenere il passaporto. Tajani: "Stiamo revocando i permessi"
Il ministro: "Questo tema è delicato, va affrontato seriamente. Si tratta di truffe e imbrogli che vengono pagati anche a caro prezzo". Documenti ottenuti in Venezuela
Hezbollah, il passaporto italiano per entrare in Europa e negli Usa. Tajani lancia l'allarme sulla truffa dei finti avi
Mentre si discute di "Ius Scholae" con la possibilità di dare la cittadinanza italiana a quei ragazzi stranieri che completano un intero ciclo di studi nel nostro Paese, si scopre che cinque militanti di Hezbollah erano riusciti a ottenere illegalmente la cittadinanza italiana, grazie ad una falsa documentazione relativa ad antichi presunti avi italiani. A svelarlo è stato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani: "Essere italiani - ha detto il leader di FI e lo riporta Il Giornale - è una cosa seria, la cittadinanza non si regala. Stiamo revocando la cittadinanza a cinque Hezbollah che avevano ottenuto un passaporto attraverso una agenzia che testimoniava con falsa documentazione un antico avo italiano".
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"Si tratta - prosegue Tajani - di truffe e imbrogli che vengono pagati anche a caro prezzo. Il tema della cittadinanza italiana va affrontato in maniera seria e questo non significa lassismo, così come non si regala la cittadinanza a chi ha un finto avo emigrato chissà quando". Su questo caso il ministro degli Esteri era intervenuto alcuni giorni fa raccontando dell'inizio dell'iter. "Troppe truffe, troppi personaggi che organizzano agenzie per regalare la cittadinanza italiana con finti avi italiani, perché il passaporto italiano è comunitario e serve per entrare in Europa e negli Stati Uniti".
Tajani ha spiegato che tutto risale a "un paio di mesi fa", senza specificare dove il caso si è verificato, anche se da quanto trapela si tratterebbe di passaporti acquisiti in Venezuela. Tajani ha affrontato anche il tema della guerra in Medio Oriente. "Spero - ha detto a Il Piccolo - che i segnali di queste ore riguardanti una ripresa dei negoziati con Qatar, Egitto e Stati Uniti siano davvero una anticipazione di una svolta di pace", aggiungendo che "l'obiettivo della sicurezza di Israele non può essere raggiunto dai suoi leader solo con lo strumento militare".