Politica

Il Csm boccia la Riforma Cartabia: "Lede i principi della Costituzione"

Il problema sta nel termine di due anni entro il quale va celebrato il processo di appello: "E' inapplicabile"

La riforma della Giustizia di Marta Cartabia? Lede i principi della Costituzione, dove parla di  improcedibilità per alcuni processi

A dirlo non sono i tanti avversari politici che stanno criticando la Guardasigilli, bensì il Consiglio Superiore della Magistratura.

La Sesta Commissione del Csm ha approvato a larga maggioranza, con 4 voti a favore e 2 astensioni, un parere nettamente contrario: "Riteniamo negativo l'impatto della norma", ha detto il presidente della Commissione Fulvio Gigliotti (M5S). Secondo i magistrati, la riforma comporta "l'impossibilità di chiudere un gran numero di processi" e "non si coordina con alcuni principi dell'ordinamento come l'obbligatorietà dell'azione penale e la ragionevole durata del processo". 

Il casus belli è il termine di due anni entro il quale va celebrato il processo di appello, oltre il quale scatta la tagliola della improcedibilità: "Non è sostenibile in termini fattuali in una serie di realtà territoriali, dove il dato medio è ben superiore ai due anni, ed arriva sino a 4-5 anni", ha spiegato Gigliotti. 

Il parere dovrebbe essere discusso dal plenum la prossima settimana, ma già ora rappresenta un autentico schiaffo per Marta Cartabia, già in difficoltà dopo la pioggia di critiche che nei giorni scorsi alla sua riforma della Giustizia.

A maggior ragione si incrina la possibilità che la prima donna presidente della Corte Costituzionale (colei che ha “rotto il tetto di cristallo", per citare le sue stesse parole) possa succedere a Sergio Mattarella alla fine del suo incarico al Quirinale nel 2023, come invece si era lungamente prospettato.

Allargando lo sguardo alla riforma come risultato di un lavoro collettivo del Consiglio dei Ministri, si tratta soprattutto di un notevole smacco per tutto l’esecutivo di Mario Draghi, che tra i suoi compiti fondamentali ha la gestione del Pnrr. Ma, se non verranno rispettate le indicazioni dell’Europa sulla riforma della Giustizia, sfumerà la possibilità di accedere ai fondi del Recovery Plan.