Repubblica contro il Salvimaio. Ma dimentica quando Massimo D'Alema...
Il giornale, fondato da nonno Scalfari, contro il Salvimaio. Ma quando Max D'Alema...
Il gruppo del "M5S" alla Camera: "Comprare "La Repubblica" equivale a finanziare il Pd. Meglio darli in beneficenza!". Secondo Ezio Mauro, ex direttore del "giornale partito", fondato da Scalfari, sarebbe "un atto di intolleranza, ma soprattutto di insicurezza".
Non ricordiamo critiche così aspre, nel dicembre del 1995, a Max D'Alema, che disse alla giornalista, allora dalemiana, donna Lucia Annunziata: "I giornali? E' un segno di civiltà lasciarli in edicola. Le cose importanti le dico alla gente, non ai giornalisti, che sono sempre al servizio di qualche causa, per di più non dichiarata. I giornali non sono il contropotere, sono un pezzo del potere".
Forse, non a caso, nel mirino dei nuovi governanti, c'è il quotidiano-partito, che si è sempre presentato come diverso dagli altri, l'organo del "club degli ottimati", dei gruppi di potere, economici e politici. Un pezzo di quel sistema, che i nuovi governanti, commettendo errori, stanno cercando di rottamare.
L’informazione ha concorso alla disgregazione, alla perdita di autorevolezza e infine al crollo dei vecchi partiti. I commentatori possono e devono criticare l'esecutivo Salvimaio, ma non accostarlo al fascismo, dibattendo, nel merito, le grandi questioni. E non autoproclamandosi sussiegosi maestri di etica e di politica per impartire lezioni a Gigino Di Maio, disprezzato da Giannini, il prezzemolone dei talk, come "l'ignorantone ex steward dello stadio S.Paolo" di Napoli che, con Salvini, starebbe sfasciando un Paese, prima di loro, bello, florido e sereno, vero, on. Letta?...
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