Politica

Bonus 200 euro, "dispensare mancette è poco lungimirante e dannoso". Vota

Di Alberto Maggi

Su Affaritaliani.it il leghista Armando Siri critica il bonus (una tantum) di Draghi

Intervista ad Armando Siri, senatore della Lega e padre della flat tax


 

Sul bonus una tantum da 200 euro Affaritaliani.it ha scritto che è una discriminazione verso le famiglie monoreddito, è d'accordo?
"Non condivido la politica dei bonus una tantum. Negli ultimi 10 anni abbiamo speso più di 180 miliardi per sostenere misure di stampo assistenziale. Una cifra astronomica che se investita in riforme strutturali fiscali e del lavoro avrebbero avuto effetti positivi straordinari e duraturi. Dispensare mancette per ottenere l’effetto sedativo degli animi lo ritengo poco lungimirante e per certi versi dannoso. Sicuramente ricevere tutti in una volta 200 euro in più fa comodo ma 200 euro finiscono in fretta e poi si ritorna alla vita di prima.
Serve una riforma che assicuri a chi lavora che ogni mese gli rimangano in tasca 200 euro frutto del proprio lavoro non di un’elemosina. Per questo basterebbe che  lo Stato non gli sottraesse in certi casi più della metà del frutto del proprio sacrificio. E questo vale per il dipendente che fa gli straordinari come per l’autonomo che lavora anche la domenica.Il main stream del politicamente corretto sostiene un paradigma  assurdo per il quale più lavori più lo Stato ti punisce. Concordo poi sul fatto che questo ennesimo bonus a pioggia non tiene conto di palesi distorsioni come quella che vede destinare 400 euro ad una famiglia in cui ci sono due percettori di reddito fino a 68 mila euro e negarli ad una famiglia monoreddito con 36 mila euro. Mi auguro che ci siano almeno per questo i margini per una correzione".

Che cosa avrebbe dovuto fare il governo Draghi per aiutare concretamente le famiglie?
"Le famiglie si aiutano incentivando e premiando chi lavora, chi si impegna e chiede molto poco allo Stato se non di lasciarlo in pace a svolgere la propria attività. Invece no. La Pubblica Amministrazione non fa altro che mettere continuamente i bastoni tra le ruote a chiunque abbia voglia di crescere economicamente grazie al suo ingegno, la sua professionalità e la sua dedizione al lavoro. Semplificare e abbassare drasticamente la pressione fiscale è fondamentale per dare motivazione e ossigeno alle famiglie. Ma ci vuole coraggio. Quello che servirebbe per dare vita a una riforma strutturale come quella della Flat Tax al 15% che darebbe una spinta eccezionale alla produzione, ai consumi e di conseguenza all’occupazione".

Come funziona la proposta di flat tax della Lega e come supera la discriminazione di cui Affaritaliani.it ha scritto?
"Certo che la supera! La nostra proposta di riforma fiscale cambia il paradigma di tassazione spostandolo dal singolo al nucleo familiare così da non creare discriminazioni di sorta. L’algoritmo che abbiamo elaborato garantisce quindi il rispetto della progressività dell’imposta richiamato dalla Costituzione ma contemporaneamente libera risorse economiche da distribuire ai contribuenti in modo equo. Certo non mi aspetto che sia un Governo così eterogeneo a realizzare questa grande riforma che il Paese e gli italiani meritano per poter ritornare ad avere voglia di progettare con entusiasmo il proprio futuro. Questo onore e onere spetterà al prossimo Governo di Centrodestra che dovrà cogliere l’occasione storica di rimettere in equilibrio la bilancia del sistema fiscale che ad oggi pende in modo vergognoso dal lato delle punizioni, delle sanzioni, delle presunzioni di colpevolezza, e del prelievo sconsiderato. Un prelievo immorale  soprattutto nei confronti di quei soggetti (purtroppo sempre meno) che decidono di impegnarsi con buona volontà, capacità, spirito costruttivo e talvolta assumendosi tutti i rischi di un’attività in proprio per non volere essere “poveri” a tutti i costi. Una condizione che lo Stato pare privilegiare e assecondare anziché risolvere e disincentivare con azioni concrete.  
Il problema è l’approccio concettuale e ideologico. Si continua a compiere l’errore di considerare il sistema fiscale come una leva di welfare. Non è così!Se vogliamo rimette in moto il lavoro e ridargli la dignità che gli spetta considerato l’art. 1 della Costituzione le tasse debbono essere drasticamente diminuite a chi paga molto e non a chi guadagna poco. Perché togliere 10 euro a chi guadagna 20 mila euro e paga 2000 mila euro l’anno non genera alcun moltiplicatore economico mentre togliere 100 euro a chi ne guadagna 36 mila e ne paga 10 mila significa spingere i consumi che a loro volta attivano la produzione che crea lavoro. È un circolo virtuoso necessario se vogliamo davvero sostenere con un welfare adeguato le persone deboli e fragili. Bisogna creare un contesto in cui gli stipendi crescano e non siano penalizzati da prelievi famelici. Ci pensi un attimo. Se una persona guadagna 30 mila euro l’anno e gliene propongono 40 per lavorare 4 ore in più a settimana ma poi alla fine dell’anno ne prende 33 secondo lei è incentivata? No. Con questo sistema fiscale stiamo creando il disincentivo al lavoro preferendo le elemosine di tanto in tanto. Ma proseguendo così con la politica dei bonus a pioggia indiscriminati stiamo creando un paese povero sempre più povero che arriverà al punto di non poter più dispensare nulla a nessuno. Allora si che l’ingiustizia vera sarà inevitabile, senza più distinguo".

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