Comunicare a 360°, dai social alle fake news: parla Bruno Mastroianni
Cosa significa comunicare? Com'è cambiata la comunicazione? Ne abbiamo parlato con Bruno Mastroianni, ex portavoce dell'Opus Dei, giornalista, docente di Teoria Generale della Comunicazione presso la facoltà di comunicazione sociale istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce e responsabile dei canali social della trasmissione di RaiTre, La Grande Storia.
Cosa significa comunicare? E' cambiato, durante gli anni, il concetto di comunicazione?
"Diciamo che il comunicare è un aspetto fondamentale dell'esistenza umana e dell'essere umano, a volte abbiamo la tentazione di pensare che ci sia una differenza tra l'essere e comunicare ma non è così, il nostro essere stesso è un essere comunicante, ogni atto che facciamo o che non facciamo porta con sé un'informazione e nella vita umana non c'è un elemento di non comunicazione, non dobbiamo poi pensare che la comunicazione sia solo un mezzo strumentale per far passare un qualche messaggio, vederla semplicemente come mezzo è una semplificazione.
Sicuramente negli anni, soprattutto negli ultimi, la comunicazione è cambiata molto, basti pensare al web e agli strumenti social che l'hanno totalmente rivoluzionata.
Se il mondo social ha sicuramente cambiato il modo di comunicare ha probabilmente influito anche sul modo di relazionarsi, di creare rapporti e di gestirli, come? Hanno avuto anche influenza negative?
"Da una parte c'è la metafora che vede il web come mezzo di connessione e dall'altra quella che lo vede come una piazza virtuale che ci fa pensare a come "abitiamo" i social, secondo me social e web sono invece un'ulteriore dimensione relazionale che ci siamo procurati decidendo di accorciare le distanze e, potenzialmente, di entrare in contatto con chiunque, con qualsiasi informazione in modo immediato e facile.
I social e il web o le relaziono sociali coltivate tramite questi non sono in sé negative o sbagliate, bisogna però capire come usarle in modo corretto gli strumenti di cui disponiamo e come vivere le relazioni in queste nuova dimensione."
Grazie ai new media possiamo entrare in relazione e in discussione con tutti e siamo bombardati anche da informazioni non controllate da cui poi nascono le famose fake news, come si possono creare degli anticorpi a questo?
C'è un modo per filtrare le informazioni?
"Non si può nostalgicamente pensare di tornare indietro, quando a monte delle informazioni c'era un filtro, l'editore o una qualche autorità, abbiamo deciso di avere degli spazi comunicativi non controllati e ora dobbiamo pensare a come aumentare la qualità delle informazioni, il filtro deve essere all'uscita e per crearlo bisogna spostare le competenze dagli strumenti alle persone così come si deve anche capire che non possiamo conoscere tutto ed essere esperti di tutto, avere informazioni e dati a portata di click non fa di noi medici o avvocati, insomma, l'accesso all'informazione o al dato non implica necessariamente la loro piena comprensione.
Un buon modo per aumentare la qualità dell'informazione sarebbe avere professionisti che mettano alla prova la veridicità delle notizie limitando così la diffusione delle fake news, quelle fake news che portano le persone a prendere decisioni inadeguate perché costruite su informazioni errate, su questo il giornalismo deve affrontare una grande sfida"
C'è una separazione netta tra il mondo online e il mondo "reale"?
Tante volte, forse soprattutto da parte dei giovani, c'è una sovrapposizione tra i due mondi, in termini di gratificazione e anche in termini di feedback negativi, l'online è effettivamente un'estensione della realtà?
"Tra la vita reale e quella online c'è una totale continuità, scrivere qualcosa su Facebook e volere i likes è la stessa cosa che parlare verbalmente e aspettarsi attenzione, non sottovaluterei poi gli atti relazionali che si fanno online, banalmente il togliere un'amicizia su Facebook, non sono un gioco bensì rappresentano una nuova frontiera delle relazioni e le influenzano in modo importante.
L'online è una dimensione che nulla toglie alla realtà delle cose, non ci sogneremmo mai di dire che parlando al telefono e non vedendo l'interlocutore, le informazioni che ci si scambia siano in qualche modo falsate, dopo 31 anni di Internet non abbiamo ancora esplorato completamente le sue vere potenzialità e un domani potremmo veramente avere una crescita umana e culturale notevole grazie agli strumenti del digitale, resta il fatto che comunicare, online o meno, non è un'attività limitata al mero scambio d'informazioni ma implica anche il cercare di far comprendere e di comprendere, il web e i social ce lo ricordano quotidianamente"
Giacomo Tamborini