Conflitto di interessi finito nel dimenticatoio: Berlusconi ringrazia!
C’è il nodo Italicum da sciogliere, certo. Con il rischio di una bocciatura da parte della Consulta che però si pronuncerà solo il prossimo 4 ottobre. Senza dimenticare il referendum costituzionale che per Matteo Renzi rischia di trasformarsi in un Vietnam. Ma chiusi nei cassetti dei Palazzi, per tutti i 40 giorni della pausa estiva, sono rimasti una serie di provvedimenti che aspettano di essere discussi e approvati. Come il conflitto di interessi, scrive la Notizia. “Faremo la legge nei primi cento giorni”, disse lo stesso Renzi dal palco della Leopolda il 16 novembre 2012, pochi mesi prima delle elezioni che videro la “non vittoria” del Partito democratico guidato da Pier Luigi Bersani. Senza dimenticare le parole della ministra per le Riforme Costituzionali, Maria Elena Boschi. Che il 7 maggio 2015, con l’ex sindaco di Firenze che nel frattempo aveva lasciato Palazzo Vecchio per diventare presidente del Consiglio al posto di Enrico Letta, la annunciò in pompa magna dalle pagine del Corriere della Sera: “Sarà la prossima riforma del governo”. Peccato però che anche in questa legislatura l’iter per l’approvazione dell’agognato provvedimento, un must dalla “discesa in campo” di Silvio Berlusconi in poi, stia andando avanti a passi da lumaca. Il testo è infatti bloccato in commissione Affari costituzionali al Senato. Con lobby e faccendieri che sentitamente ringraziano