Palazzi & potere
Consigli non richiesti: Renzi non conti troppo sui TG Rai
Le nomine dei vertici giornalistici della Rai sono sempre state, senza eccezione una che è una dai secoli dei secoli, criticate dai più, in quanto ritenute piegate agli interessi di chi governa. Queste dell’era Campo Dall’Orto – Renzi non si sottraggono a questo destino. Si dice che siano nomine a sostegno del si al referendum sulla riforma della costituzione.
Onestamente non so dare una mia valutazione. Tra l’altro non so proprio nulla di alcuni dei nomi nominati.
Posso solo dire, nel caso in cui le accuse di longa manus del premier sulle nomine proreferendarie alla Rai siano fondate, che il presidente Renzi starebbe facendo uno sforzo inutile, anzi forse controproducente.
Da tempo ormai il controllo dell’informazione Rai (come per il vero anche di quella Mediaset, che comunque ha un solo controllo possibile, quello del proprietario-editore) non funziona più gran che con le masse italiche. In tempi non lontani quello che diceva la tv, e ancor di più quello che diceva il TG1, influenzava pesantemente una parte molto ampia dell’opinione pubblica.
Oggi tendenzialmente accade il contrario e la diffidenza ormai quasi patologica (e strumentalmente alimentata da molti) che gli Italiani hanno nei confronti della politica, della casta, dei connessi alla politica e alla casta e via dicendo, fa si che ogni tentativo anche ben congegnato dei giornalisti pubblici di diffondere messaggi confortanti a sostegno alle azioni del governo, susciti in buona misura incredulità e ironia
Nel dubbio, forse Renzi e il direttore generale della Rai avrebbero fatto meglio a giocarsi la carta di nomine clamorosamente innovative di personaggi indipendentissimi e autorevolissimi. Avrebbero, sempre forse, guadagnato qualche voto in più rispetto a quelli che potrebbero arrivare da una linea editoriale sialreferendum, che almeno alcune di queste nomine farebbero supporre.
Comunicus
*Presidente di grandi agenzie di comunicazione. Docente di marketing