Politica

Pd, Ciani segnale alla Chiesa diventato un boomerang. Rischio scissione

Di Alberto Maggi

Schlein sceglie la via delle epurazioni. Tensioni alle stelle nel partito

Il patto con Stefano Bonaccini, che sarà capolista al Nord-Est alle Europee, per ora tiene e, salvo colpi di scena, con il Governatore dell'Emilia Romagna non ci saranno strappi

 

Le parole di Paolo Ciani, nuovo vice-capogruppo del Pd alla Camera che ha scalzato Piero De Luca (figlio del Governatore della Campania Vincenzo De Luca), hanno scatenato una bufera nel Partito Democratico. “Il Pd non è il mio partito. Sulle armi si può cambiare” è il messaggio arrivato dal leader di Demos che, sottolinea lo stesso Ciani, "è un partito a tutti gli effetti, iscritto al registro dei partiti e che chiede il 2xMille". La tensione, dopo la batosta elettorale dei ballottaggi e delle Comunali in generale, è altissima.  

"Ho molti amici fraterni in Ucraina - ha detto a Repubblica - , che sono stati sotto le bombe o che sono scappati, a cui abbiamo dato aiuto come Sant’Egidio (Ciani è membro della Comunità, ndr) e anche io personalmente. Però il tema è come aiutare Kiev a superare questa guerra. Non credo nella vittoria militare, cioè armare l’Ucraina perché possa vincere. Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato nei numeri del gruppo".

La risposta della segretaria Elly Schlein è quella delle epurazioni. In sostanza, ha colpito Piero De Luca per punire il padre che non verrà ricandidato alle Regionali in Campania e che probabilmente correrà con una sua lista personale. A colpire molti dirigenti del Pd sono state le parole sull'invio delle armi all'Ucraina ("In tanti di noi hanno dei dubbi", ha detto Ciani) anche se Schlein ha cercato subito di aggiustare ed evitare la frittata affermando che "la linea del partito non cambia".